Dopo le indiscrezioni che sono durate alcuni mesi, Apple ha finalmente alzato il velo dal suo servizio di streaming musicale: iTunes Radio. Dopo aver sviluppato iTunes Match, in pratica uno streaming della musica in proprio possesso, e archiviato l’insuccesso del social network Ping, la società ha realizzato questo servizio che risulta essere una vetrina molto efficace per la musica.
Attraverso un’interfaccia grafica minimale, sarà possibile selezionare delle playlist generate in base al proprio umore, alla musica ascoltata in precedenza, ad un artista in particolare, ad un brano musicale o ascoltare le playlist suddivise per i 200 generi disponibili.
Il sistema è stato creato in modo da scoprire nuova musica in base alle proprie preferenze. Grazie all’integrazione di Siri, per esempio, si potrà chiedere all’assistente digitale di riprodurre della musica simile a quella in ascolto o cambiare genere.
iTunes Radio permette di ascoltare la musica soltanto in streaming. Nel caso in cui volessimo salvarla in locale dovremmo comprare il singolo brano o l’album musicale attraverso il classico negozio di iTunes.
Il sistema è completamente gratuito ma riprodurrà degli annunci vocali periodicamente. Per chi sottoscrive iTunes Match, che in Italia costa 24,99 euro l’anno, gli annunci pubblicitari spariranno. Il sistema sarà disponibile inizialmente negli Stati Uniti, per poi diffondersi nel resto del mondo durante il 2014.
Perdonami ma non capisco lo streming musicale in italia, dove le tariffe per la connessione dati in mobile sono con il contagocce e con prezzi da capogiro. Sembra come se volessimo adeguarci agli Americani ma non abbiamo le possibilità per farlo.
Non credere, questo è un falso mito. Negli Stati Uniti la rete 3G costa molto di più che in Italia.
Ma in America le maggiori città sono cablate con il wifi.
In Italia ancora a voglia ad aspettare
Qui in Italia quest’anno è stata modificata la legge sul WiFi, quindi la speranza è vedere una diffusione anche sul nostro territorio.
Lo spero veramente.
Perché siamo veramente ai limiti.
Ma non per dotazione tecnologica quanto per utilizzo nella vita di tutti i giorni