Qualche giorno fa abbiamo introdotto l’argomento sulle possibili modifiche ad iOS per apportare delle migliorie. Ogni anno, infatti, Apple apporta delle modifiche al sistema operativo per aggiungere funzioni o migliorare quelle esistenti. Mentre la volta scorsa abbiamo visto come potrebbe migliorare il Centro Notifiche, oggi parliamo dell’App Store.
Il negozio di applicazioni di Apple è stato uno dei primi al mondo a vendere applicazioni per smartphone. L’idea geniale alla base del negozio si è rivelata vincente: accorpare tutte le applicazioni sotto lo stesso tetto ed evitare che gli utenti possano comprarle in negozi alternativi. In questo modo si può fornire una qualità elevata nel servizio di acquisto, si evita di far installare virus e malware e si fornisce un luogo aggregato dove cercare le applicazioni, con una classifica generale e molto altro.
Tralasciando la necessità di avere un motore di ricerca interno più intelligente, voglio parlare di una mancanza che è invece presente in Google Play, vale a dire la possibilità di provare le applicazioni prima di acquistarle. Di base l’idea di Apple è quella di spingere gli sviluppatori a fornire un’applicazione completa e una lite. In pratica per ogni applicazioni dovrebbero, in realtà , nascerne due: una normale e una castrata. Questa pratica permette di gonfiare i dati sul numero di applicazioni disponibili e fornisce, contemporaneamente, una versione “di prova” dell’app che dovrebbe servire per l’acquisto.
In realtà questa scelta secondo me è inadeguata. L’idea di acquisto non deve di certo nascere da una versione castrata. L’utente dovrebbe maturare la sua idea di efficacia di un’applicazione sull’uso completo e non su quello parziale. Gli sviluppatori hanno capito questo meccanismo mentale e, per tale ragione, hanno evitato lo sdoppiamento dell’app preferendo il sistema In App. In pratica si fornisce un’applicazione completa, ma con delle funzioni disattivate. Quando si usa l’app si può decidere di sbloccare le parti mancanti pagandole nell’applicazione.
Anche se questo sistema permette di monetizzare meglio, non offre ugualmente l’esperienza utente adeguata. Bisognerebbe fare come Google: offrire l’app completa a pagamento e dare la possibilità di chiedere il rimborso entro 15 minuti dall’acquisto. In questo modo l’utente può comprare l’app, provarla qualche minuto e scegliere se tenerla o restituirla.
Quella della prova temporizzata può essere una buona soluzione. Si potrebbe fare anche di meglio, vale a dire permettere il download gratuito di tutte le app, farle provare per un tempo e poi bloccarle chiedendo, con il sistema In App, di pagare per ottenere l’utilizzo pieno dell’applicazione.
A volte mi sono trovato con l’acquistare applicazioni non tanto utili per gli scopi che mi ero prefissato prima dell’acquisto, altre volte ho acquistato applicazioni per sbaglio leggendo distrattamente la loro descrizione.
Si potrebbe anche integrare un’altra caratteristica che ha il Google Play: il video trailer dimostrativo. In fondo buona parte degli sviluppatori crea automaticamente anche un video per il sito ufficiale dell’app e non sarebbe male integrare questa informazione nella scheda di presentazione nell’App Store. In questo modo avere un trailer o un video dimostrativo dell’applicazione potrebbe aiutare nel sapere se un’app fa al proprio caso.
Le idee per migliorare l’App Store e il processo di acquisto sono molte e andrebbero vagliate bene. Spero che Apple lo faccia per le prossime generazioni di iOS.
Belle idee. Complimenti per l’articolo e per il tuo blog in generale che seguo da un po’ e che a differenza di altri anche super blasonati, ha una tua impronta personale e non solo il “copia/incolla” di notizie di blog esteri.