
Non c’è pace per Huawei. L’azienda cinese sta affrontando uno dei periodi più bui della sua storia. Giusto adesso che era diventato il secondo produttore mondiale in termini di unità vendute.
Il ban attivato dagli Stati Uniti, per via della violazione dell’embargo con l’Iran, potrebbe costarle molto caro. Anche se è vero che gli smartphone sono assemblati in Cina, dove ha sede Huawei, la gran parte dei componenti arriva dall’Occidente.
Dopo aver perso la collaborazione di Android, che di recente ha concesso una proroga di 90 giorni, pare siano bloccati gli accordi commerciali con grossi player del settore, come Qualcomm e Western Digital.
Ora anche ARM ha chiuso i rubinetti. L’azienda inglese ha il cuore pulsante delle tecnologie usate dalla maggior parte dei chip nel mondo. Quindi bloccare le licenze di ARM potrebbe tradursi nell’impossibilità di Huawei di ricevere qualsiasi chip per i suoi smartphone.
Inoltre oggi arriva la notizia del fermo anche per molti standard tecnologici. La Wi-Fi Alliance ha temporaneamente bloccato la partecipazione di Huawei alle attività del gruppo. Questo significa che potrebbe non ottenere le certificazioni per le connessioni dei suoi dispositivi, con la relativa impossibilità di venderli in quei paesi dove le certificazioni sono necessarie per legge.
Il futuro della società è sempre più incerto.