
Vendere servizi è estremamente più semplice che vendere prodotti. Non bisogna trovare dei distributori locali, non bisogna sottostare ai dazi, si inquina molto meno, i servizi sono scalabili e il margine è molto superiore alla vendita di cose fisiche. Per questo motivo Apple sta investendo molto sui servizi e la loro diffusione.
Come ha comunicato la società ieri, infatti, ora riesce a servire ben 175 paesi diversi sui 208 presenti nel mondo (196 se consideriamo solo quelli riconosciuti). Nello specifico App Store, Apple Arcade, Apple Podcast e iCloud ora è disponibile in 20 paesi in più:
- Africa: Cameroon, Costa d’Avorio, Congo, Gabon, Libia, Morocco, Rwanda e Zambia.
- Asia-Pacific: Maldive e Myanmar.
- Europe: Bosnia e Herzegovina, Georgia, Kosovo, Montenegro e Serbia.
- Medio Oriente: Afghanistan e Iraq.
- Oceania: Nauru, Tonga e Vanuatu.
Apple Music, invece, si allarga a 52 nuovi Paesi. Quelli elencati in precedenza (esclusi Nauru e Afghanistan) a cui si aggiungono:
- Africa: Algeria, Angola, Benin, Chad, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambique, Namibia, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Tanzania e Tunisia.
- Asia-Pacifico: Bhutan.
- Europa: Croazia, Islanda e Nord Macedonia.
- America Latina: Bahamas, Guyana, Jamaica, Montserrat, St. Lucia, St. Vincent e Grenadines, Suriname, Turks e Caicos e Uruguay.
- Medio Oriente: Kuwait, Qatar e Yemen.
- Oceania: Isole Salomone.
L’App Store è presente in 175 nazioni, così come Apple Podcast e iCloud. Questo significa che tutte le app sviluppate attorno questi servizi potranno accedere ad un numero di persone maggiori e allargare il bacino di utenti.