
Ricordo quando andavo a scuola e c’erano i banchi doppi. Così si finiva con il lottare per gli spazi, con l’immancabile compagno di banco che si allargava con il gomito, fino a ridurre lo spazio a disposizione. A volte si provava a mediare, con dei veri e propri confini disegnati con la matita.
Con il nuovo anno scolastico 2020, invece, i banchi sono monoposto. Come doveva essere sin dall’inizio. Il distanziamento sociale richiesto nelle aule, che personalmente ritengo inutile, porta all’uso di banchi ad personam. Il problema sono sempre gli spazi. A volte non basta per tenere più di un libro.
Una possibile soluzione potrebbe essere l’uso del tablet per tutti, con i libri digitali e l’uso della stylus per scrivere. Un’idea applicabile, in uso presso alcune scuole private. Se ricordate il governo tentò di introdurre il tablet per tutti ma il progetto si arenò.
Si chiamava progetto Crescita 2.0 e risale al 2012 con decreto legge n.179. All’art.11 indicava.
Il collegio dei docenti adotta per l’anno scolastico (2014-2015) e successivi, esclusivamente libri nella versione digitale a norma della legge 9 gennaio 2004, n. 4, o mista, costituita da: un testo in formato cartaceo e da contenuti digitali integrativi, oppure da una combinazione di contenuti digitali e digitali integrativi accessibili o acquistabili in rete anche in modo disgiunto.
Quindi, in pratica, dal 2014 in poi tutti i libri nelle scuole doveva essere disponibili in formato elettronico e trasportati mediante un tablet. Una soluzione utile per gli studenti e le loro povere schiene, che si bloccò per il diniego delle famiglie di acquistare un tablet per ogni figlio senza incentivi e per l’ostruzionismo da parte degli editori che trovano nella versione cartacea un guadagno superiore e soprattutto meno pirateria.
Alla luce dell’emergenza anti-Covid, visto il calo dei prezzi dei tablet e alla presenza di banchi più piccoli, non sarebbe opportuno spingere di nuovo l’acceleratore per l’uso esclusivo del tablet a scuola?
Un po’ come faranno gli studenti dell’Istituto Falcone Righi di Corsico, un liceo scientifico e un istituto tecnico, che quest’anno entreranno in classe muniti solo del tablet. Via gli zaini, gli astucci, i libri, i quaderni e i diari. Solo un tablet dove lavorare con carta digitale.
La scelta delle classi digitali è stata dettata per una necessità di ammodernamento (siam pur sempre nel 2020) e per igienizzare velocemente le aule, riducendo al minimo le superfici di contagio.
Gli studenti vedranno un armadietto personale munito di cavo di ricarica, in questo modo avranno il tablet pronto alla giornata scolastica. Al termine delle lezioni dovranno igienizzare e riporre il tablet nell’armadietto, per lasciarlo agli studenti del turno del giorno dopo.
La scuola deve garantire la sicurezza sanitaria degli alunni, ma bisognava anche trasformare questo periodo in un’opportunità: non si sono mai visti tanti finanziamenti per le scuole come ora. Ai ragazzi bisogna parlare con il loro linguaggio e utilizzando gli strumenti a cui sono abituati. Altrimenti rischia di ampliarsi il divario generazionale tra studenti e docenti. Non possiamo permetterci che le nostre generazioni abbiano vuoti culturali che rischiano di diventare spaventosi, dobbiamo promuovere in loro la voglia di imparare, la consapevolezza che solo attraverso la cultura si veicolano libertà e dignità.
Ha dichiarato la preside Maria Vittoria Amantea che ha affrontato in prima persona il virus.
Sarebbe buona cosa rendere questo tipo di iniziative obbligatorie per tutti gli istituti e creare dei processi comuni per far sì che vi siano linee guida comuni, con risorse facili da organizzare. In pochi anni si potrebbe rendere ciò che oggi sembra fantascienza, comune quotidianità.
Sono certo che gli studenti sono pronti per questo passaggio. Ora tocca alla scuola e agli insegnanti.
Meglio ancora.. propongo senza libri, senza tablet, senza niente