
Mi sono avvicinato alla visione di Physical su Apple TV+ per le ambientazioni negli anni ‘80. Chi è stato bambino in quegli anni come me sa dell’enorme fortuna di aver vissuto in quel decennio. Un’epoca di fervore musicale, tecnologico, ma privo del mainstream di internet.
Devo ammettere che le prime puntate sono state le più difficili. Si fa la conoscenza sin da subito di Sheila Rubin (l’attrice Rose Byrne) ed è una donna un po’ odiosa. Con scarsa autostima, bulimica, doppiogiochista, ladra, bugiarda. Insomma una donna con la quale non si vorrebbe coltivare un’amicizia sincera.
Poi nell’evolversi della storia si comprende che Sheila Rubin è così per colpa del marito. Ma prima di giungere alle considerazioni in merito vi racconto un po’ la trama.
In una San Diego degli anni ‘80, passata di recente dal periodo dei figli dei fiori e delle rivoluzioni in piazza, Sheila Rubin si occupa da brava casalinga della famiglia e supporta suo marito Danny Rubin (l’attore Rory Scovel).
Danny conobbe Sheila durante una delle tante manifestazioni dei fortunati californiani contro il sistema che per anni ha riempito loro il piatto. L’uomo è sostanzialmente, e ve lo dirò senza mezzi termini, un coglione.
Ha provato la carriera universitaria ma essendo un coglione si è fatto cacciare. Così prova a riciclarsi nel settore della politica candidandosi per la contea di San Diego, portando avanti le idee politiche che gli hanno causato la fine della carriera universitaria. Nel farlo assolda un suo amico, coglione quanto lui, Jerry Goldman (l’attore Geoffrey Arend).
Sheila, quindi, oltre ad aver messo da parte la sua carriera personale per fare da madre, si ritrova a sostenere il marito nella campagna elettorale e subire gli attacchi di Jerry che, come il marito, la sminuisce a ogni occasione. Il suo unico sfogo diventa l’aerobica scoperta per caso nella palestra di Tyler (l’attore Lou Taylor Pucci) e Bunny (l’attrice Della Saba).
Quindi nel corso della storia si scopre che Sheila Rubin non è cattiva, ma è solo una donna comune. La sua meschinità è il sintomo di una vita matrimoniale infelice. Costretta a “restare al suo posto”, in quanto donna degli anni ‘80, Sheila tace sempre di fronte alle cazzate del marito interiorizzando il tutto, fino a trovare una qualche via di uscita nelle abbuffate nervose di cibo, nel creare sotterfugi pur di coltivare qualcosa per se stessa e non essere usata come donna-casalinga e mero strumento del fragile ego maschile.
In pratica Physical è un’ottima serie TV per raccontare la situazione delle donne degli anni passati. Il tutto in una cornice definita normale. La San Diego degli anni ‘80 era ricca di opportunità, libera e felice. Quindi non una donna sottomessa per via di un’area geografica dove vigono rigide regole religiose, ignoranza diffusa o altro.
Alla fine della serie non si può fare altro che simpatizzare con Sheila e assolverla dai suoi momenti di debolezza. Considerando ciò che deve sopportare quotidianamente, si comprende che la colpa della sua incapacità di reagire alla sua situazione mediocre non è tanto colpa sua, ma colpa di una società maschilista e bigotta. E si finisce con il chiedersi del chissà quante donne hanno dovuto subire un matrimonio infelice o un marito coglione.
Da sfondo a tutto questo c’è l’amore per l’aerobica. Una pratica di allenamento che diventa una valvola di sfogo per Sheila. Non si fatica a comprendere come l’aerobica poi raccolga un enorme successo tra le altre donne-casalinghe represse, che proprio come Sheila cercano di non impazzire sfogandosi con questo workout.
L’aerobica, che poi Sheila monetizzerà con delle cassette VHS, diventa la bandiera della situazione femminile degli anni ‘80, come un richiamo generale al femminismo moderno.
Physical è stato già rinnovato per una seconda stagione che arriverà probabilmente nel corso del 2022. La serie non ha trovato molta accoglienza e su Rotten Tomatoes ha raggiunto il 65% di preferenze con il 79% di audience score, forse proprio per colpa delle prime puntate.
Trovate Physical su Apple TV+.