Apple Store piazza liberty sequestra un MacBook Pro
L’Apple Store di Milano gli sequestra il MacBook, avvocato si rivolge al tribunale 3

Arriva un interessante caso di cronaca che ha come luogo Milano e come protagonista Apple e Gaetano Braghò, un avvocato cassazionista, a cui l’azienda sequestra un MacBook Pro.

Come riporta il Corriere di Milano, l’uomo aveva chiesto assistenza al Genius Bar dell’Apple Store di Piazza Liberty di Milano, uno dei più grandi in Europa. Dopo un aggiornamento software, Braghò si è ritrovato con il MacBook Pro non più in grado di leggere periferiche esterne.

Così giustamente si è rivolto all’Apple Store di Piazza Liberty per chiedere assistenza. Qui, dopo un’analisi, gli è stato preventivato un intervento per 560 € + IVA (683,20 €) in quanto il computer non era più in garanzia.

Alla consegna del computer riparato, però, Apple gli ha presentato un conto più alto, in quanto erano state necessarie riparazioni extra. Riparazioni di cui Braghò dichiara di non essere stato avvisato.

Da qui le proteste e la decisione di non voler pagare il sovrapprezzo. Di tutta risposta Apple si è rifiutata di consegnare il computer. Un vero sequestro, secondo l’avvocato, che si è poi rivolto al tribunale per richiedere la riconsegna dello stesso. Il tribunale si è poi espresso a suo favore per far riavere il computer.

Nella storia raccontata dal Corriere, però, ci sono alcuni punti che non mi tornano. Non mi tornano perché più di una volta ho chiesto io stesso assistenza ad Apple e quindi conosco le procedure che seguono per questo tipo di pratiche.

MacBook Pro 2020

La prima cosa che non mi torna è il backup. Braghò dichiara che sequestrando il computer Apple gli ha sottratto anche 23 anni di dati di lavoro negandogli una copia di backup, minacciandolo di distruggere il computer se non avesse pagato.

Tra le procedure di Apple, però, c’è l’accertarsi che il cliente abbia una copia di backup dei propri dati prima di affidare l’unità alla riparazione. Apple, in pratica, chiede al cliente se ha una copia di backup e se intende prima farla, poiché le riparazioni potrebbero generarne la perdita.

Quindi che l’avvocato abbia affidato il computer senza aver fatto un backup, che vi ricordo può essere fatto anche via wireless o servizi cloud (visto che le porte USB non funzionavano), mi pare un po’ strano.

Il secondo punto è il preventivo. Da mia esperienza, una volta dopo un preventivo Apple si accorse che doveva cambiare un componente in più e mi telefonarono dall’Apple Store per avvisarmi. Mi pare strano, quindi, che Apple abbia intrapreso di propria volontà una riparazione con sovrapprezzo senza prima ottenere il consenso dall’utente.

Sta di fatto che vedersi sequestrare il computer se non si fosse pagata la fattura di riparazione, non è di certo una bella cosa. Di sicuro aver posto la luce e i riflettori della giustizia sulla vicenda, potrebbe spingere Apple a creare procedure molto più trasparenti, tracciando ogni singolo passaggio.

Altro punto interessante è la persona a cui è accaduto il misfatto. Se fosse capitato a una persona comune, non avvezzo alle procedure legali, probabilmente la questione si sarebbe risolta solo pagando la fattura alla società. Che ci sia una sentenza in merito va a vantaggio anche di chi non ricorre alle carte bollate.

In caso di difficoltà, comunque, ricordatevi sempre di rivolgervi a un’associazione dei consumatori per chiedere assistenza e pareri legali.

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2 Comments

  1. Questa storia non mi convince molto perché so che Apple di Milano non ci sono i tecnici per la riparazione, solo a Carugate e Rozzano si. Forse voleva fare una pubblicità per il suo nome

  2. A me Apple ha riparato gratuitamente un Macbook pro fuori garanzia da cinque anni, non più funzionante dopo un aggiornamento software, sostituendo la scheda logica

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