La riparazione di un MacBook Air
La riparazione di un MacBook Air

C’era un tempo dove si poteva cambiare la batteria di un Mac in autonomia. Bastava tirare una leva per estrarla e inserirne una nuova. Si poteva anche cambiare addirittura l’hard disk tirando una fettuccia di stoffa, aggiungere la memoria RAM e con i vecchi iBook (nonni dei MacBook) si poteva addirittura cambiare la tastiera e il modem WiFi.

Poi i Mac sono diventati difficili da riparare

In pratica era abbastanza semplice cambiare l’hardware dei computer, per allungare la vita del prodotto. Poi, con l’avvento dei case unibody, le cose sono cambiate.

La società ha creato computer più sottili, leggeri e potenti, sacrificando la riparabilità. Ad essere maliziosi questa tendenza ha generato anche un ragguardevole giro d’affari per le operazioni di riparazioni presso gli Apple Store e i rivenditori autorizzati.

Per ridurre l’impatto dei dispositivi potenzialmente riutilizzabili ma gettati nelle discariche, i governi hanno chiesto alle aziende di elettronica di rendere i propri prodotti più riparabili. Negli Stati Uniti si è discusso molto di Right to Repair, per costringere le aziende a fornire i manuali di riparazione e i pezzi di ricambio ufficiali.

Il programma Self Service Repair di Apple

Self Service Repair tool kit
Il Self Service Repair tool kit

Dopo le pressioni verso questo senso, tentando di mostrare che si ha cuore l’ambiente, le società stanno pian piano fornendo il supporto richiesto. Apple per esempio ha presentato la campagna Self Service Repair.

Lanciato lo scorso aprile, il programma prevede di fornire manuali ufficiali e pezzi di ricambio, per consentire alle persone di riparare i prodotti Apple direttamente a casa.

L’obiettivo del programma Right to Repair e simili è consentire alle persone di riparare le cose da sole, risparmiare sulle riparazioni e allungare la vita dei prodotti. Questi obiettivi sono stati quindi raggiunti? La risposta è no.

Come evidenzia iFixIt, infatti, si sta ottenendo l’effetto opposto. Tutto perché Apple sta cercando di disincentivare la pratica delle riparazioni fatte in casa e difendere il suo business di riparazioni specializzate e la vendita delle AppleCare+.

Il dark pattern di Apple

L’aiuto di Apple in favore delle riparazioni homemade e il difendere la natura con la riduzione dei rifiuti elettronici è solo di facciata. Di fatto l’azienda sta applicando la peggiore esperienza utente per scoraggiare le persone. Sta applicando in pratica un dark pattern.

Un dark pattern è un’interfaccia utente o un’esperienza utente pensata male di proposito per spingere l’utente in altre direzioni. Ne è un esempio il nascondere le opzioni della privacy in Facebook per far si che gli utenti non le modifichino, oppure applicare offerte commerciali su un numero piccolissimo di unità per convincere i clienti a entrare nei negozi.

In questo caso il dark pattern prevede fornire il supporto per le riparazioni fatte in casa, ma rendere queste procedure complicatissime e costosissime, portando le persone ad affidarsi agli Apple Store.

La prova della presenza di un dark pattern

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Per provare questa ipotesi iFixIt effettua un esempio. Per esempio mettiamo vogliate cambiare la batteria di un MacBook Pro da 14” del 2021. Opzione resa disponibile di recente da Apple come comunicato nel sito della società.

iFixIt, grazie anche al supporto della sua community, ha creato una guida per effettuare questa operazione in 26 passaggi. La stessa operazione nella guida ufficiale di Apple richiede di leggere un manuale di 162 pagine.

Avete letto bene: centosessantadue pagine per capire come cambiare la batteria del MBP. Per cambiare la batteria del MacBook Air serve una guida di 145 pagine.

Ma le difficoltà non finiscono qui. Cambiare la batteria del MacBook Pro richiede l’acquisto di un kit da 527 $ che comprende la batteria saldata sulla parte alta del computer e la tastiera integrata. Considerando che 88 $ torneranno al cliente consegnando il componente “vecchio”, si arriva a un costo di 439 $.

Quindi per cambiare una batteria del MacBook Pro serve leggere un manuale di 162 pagine per smontare mezzo computer e spendere 439 $.

Cambiare la batteria del MacBook Pro negli Apple Store costa 199 $
Cambiare la batteria del MacBook Pro negli Apple Store costa 199 $

Riparare la stessa batteria in un Apple Store, quindi sempre per un MacBook Pro 14” del 2021, costa appena 199 $. Il risultato di questa verifica è ormai palese agli occhi di tutti: se lo ripari da solo ti costa 439 $ e un mucchio di tempo per capire come fare, se lo fai in un Apple Store ti costa solo 199 $.

Secondo voi le persone cosa sceglieranno di fare?

Apple sta rendendo i prodotti più difficili e costosi da riparare

La presenza di un dark pattern è palese. Apple sta cercando di sabotare le riparazioni fatte in casa e tenersi stretto il business delle riparazioni negli store. Questo non porterà mai a un calo dei rifiuti elettronici nelle discariche.

Di certo potreste controbattere dicendo che negli Apple Store c’è personale qualificato in grado di effettuare queste operazioni velocemente, applicando economie di scala e riducendo al minimo le componenti da smontare. Questo giustificherebbe un costo più basso.

Sta di fatto che un costo inferiore di meno della metà è difficile da giustificare con le economie di scala, inoltre se Apple volesse potrebbe costruire prodotti più semplici da riparare. Con batterie facilmente sostituibili e kit più economici.

Il problema è che pare che l’azienda non ne abbia proprio la volontà. Continuerà a costruire prodotti difficili da riparare, per evitare che i clienti ci mettano mano, continuando a far finta di aiutare la longevità e fornire supporto a chi lo richiede. Nei fatti ci troveremo a sottoscrivere AppleCare+, prendere appuntamenti negli Apple Store e cambiare computer appena si rompe.

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1 Comment

  1. Sul numero di pagine direi che per l’azienda è un rischio bello grosso scrivere un manuale su come fare un operazione che riguarda componenti sotto tensione elettrica che vada bene per il vasto pubblico.
    Immaginati il primo pirla americano che fa causa ad Apple per milioni di dollari perché sul manuale non c’era scritto come impugnare correttamente il cacciavite…..
    Questo spiega anche il perché vendono il pezzo già saldato (riduzione del rischio) e le relative differenze di prezzo che non devono solo coprire il costo del componente.
    Per quanto riguarda la progettazione purtroppo hai ragione e la tendenza oramai è quella di fare un’unica scheda su cui è tutto integrato riducendo modularità e riparabilità (non per un disegno malvagio) ma perché così facendo riduci i costi e gli spazi (praticamente se smonti un prodotto Apple moderno il 90% dello spazio è occupato dalla batteria).
    La modularità e riparabilità al giorno d’oggi rimangono solo in alcuni ambiti (vedasi il mac pro) ma anche quelli sono rimasugli di un epoca che oramai è tramontata e difficilmente tornerà.

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