In questo articolo:
Nel maggio di quest’anno Netflix decise di applicare una strategia completamente diversa rispetto al passato. Al posto di continuare a promuovere la condivisione delle password, come faceva in passato, ha iniziato a combattere il fenomeno.
Nei suoi piani c’era l’idea che bloccando la condivisione degli abbonamenti le persone ne avrebbero sottoscritto di singoli. Per oliare questa ipotesi la società introdusse un piano individuale da 5,49 € con la pubblicità , che per i suoi conti era meglio dei 5 € senza pubblicità frutto della condivisione.
Nell’ultimo trimestre l’azienda ha visto 238,39 milioni di abbonati, contro i 232,5 milioni di abbonati del trimestre precedente. Quindi un aumento del 6% degli abbonati, contro un aumento del fatturato del 3%. Nessun fuoco d’artificio.
Quanto basta, però, a convincere Disney Plus a imitarne la strategia.
Rialzo dei Prezzi
Dal 1° novembre, gli utenti di Disney Plus dovranno affrontare un aumento dei costi di abbonamento. Ci saranno diversi piani tra cui scegliere, ciascuno con caratteristiche e prezzi diversi.
- Il Piano con Pubblicità : con l’introduzione del piano con pubblicità , Disney Plus offre un’opzione più economica ai suoi utenti. Questo piano avrà un costo di 5,99 euro al mese e includerà la stessa qualità di video e audio del piano Standard, ma con l’aggiunta di annunci pubblicitari.
- Il Piano Standard: il piano Standard di Disney Plus prevede come adesso 8,99 euro al mese o 89,99 € l’anno (contro i 69,99 € del prezzo lancio iniziale). La qualità sarà limitata al formato full HD.
- Il Piano Premium: per gli utenti che desiderano un’esperienza di visione di alta qualità , Disney Plus offre il piano Premium. Con un costo di 11,99 euro al mese o 119,99 € l’anno, questo piano offre la visione in 4K, audio in Dolby Atmos e quattro flussi contemporanei.
Gli abbonati attuali potranno mantenere l’abbonamento fino alla scadenza, ma poi dovranno scegliere tra i tre disponibili.
Blocco della Condivisione delle Password
Disney Plus ha anche annunciato che sta esplorando attivamente modi per contrastare la condivisione delle password. Questa mossa segue quella di Netflix, che ha recentemente implementato misure simili. Il CEO di Disney, Bob Iger, ha dichiarato che l’azienda sta “attivamente esplorando modi per contrastare la condivisione degli account“.
In pratica si dà per scontato che riducendo la possibilità di condividere le password, tutti gli attuali abbonati inizieranno a sottoscrivere abbonamenti singoli.
Disney Plus perde soldi, perché?
A differenza di Apple, che con Apple TV+ si concentra su poche serie ma tutte originali, i servizi come Netflix e Disney+ investono molto nei contenuti a valanga.
Nello specifico Disney ha in pancia non solo il suo catalogo, ma anche quello della Lucas Film (Star Wars), Pixar, Marvel, Stars, National Geographic, Hulu e altri. Quindi per ognuno dei cataloghi ogni anno deve finanziare nuovi contenuti. Nel 2023 la società prevede di spendere circa 30 miliardi di $ in contenuti.
Nel terzo trimestre di quest’anno le perdite sono state di 460 milioni di $, da qui la necessità di fare cassa tra gli abbonati attuali. Ma quanti saranno disposti a pagare un abbonamento per intero?
Verso la selezione dei servizi in abbonamento
Quando Netflix pensò all’idea di bloccare la condivisione degli abbonamenti avvertii sui pericoli. Cito:
Abbandonando Netflix a causa delle tariffe sui profili aggiuntivi, gli utenti possono inviare un segnale forte al settore dello streaming video. Dimostrando che non siamo disposti ad accettare queste pratiche, possiamo incoraggiare altre aziende a ripensare le loro politiche e a offrire servizi più accessibili e convenienti.
E aggiungo:
Se questo trend diventa norma, potrebbe significare un aumento generalizzato dei costi degli abbonamenti in tutto il settore. È quindi importante, come utenti, esprimere il nostro dissenso verso queste pratiche. Abbandonare Netflix potrebbe rappresentare un segnale forte e una difesa dei nostri diritti.
In pratica, se non avessimo abbandonato Netflix in massa, ben presto gli altri servizi avrebbero imitato la strategia. E in effetti sta accadendo proprio ciò che avevo previsto.
Dopo Disney Plus ne arriveranno sicuramente altri. Tutti pronti a bloccare la condivisione delle password.
Ma se bisognerà pagare tutti gli abbonamenti per intero, di certo non sarà possibile averli tutti. Se scegliessi anche il solo piano base per tutti i servizi, arriverei a circa 75 € al mese. Una spesa che di certo inizierebbe a pesare sul bilancio mensile delle famiglie.
Quindi si arriverà a dover scegliere. Fare a meno della maggior parte dei servizi per averne 1 o al massimo 2, ritornando al fenomeno della pirateria oppure semplicemente abbandonare la visione di alcuni contenuti.
Possibili soluzioni
Per affrontare il fenomeno potremmo decidere di percorrere diverse strade. Potremmo abbandonare i servizi che stanno imponendo il blocco della condivisione delle password per dare un segnale, oppure semplicemente scegliere su quale servizio puntare mese per mese.
Non sarebbe male avere aziende in grado di aggregarli in pacchetti più economici, un po’ come sta tentando di fare Sky, oppure le aziende di produzione di contenuti potrebbero semplicemente non produrne così tanti, per puntare su poche serie ma buone, un po’ come fa Apple TV+, tagliando sui budget annuali.
Sta di fatto che ben presto dovremmo scegliere tra abbandonare dei servizi o pagare sempre di più. Poi, quando si arriverà a uno stallo degli abbonati ancora una volta, se ne inventeranno un’altra per farci pagare sempre di più e aumentare il fatturato per far felici gli azionisti.
Ma la crescita di abbonati e fatturato avrà prima o poi una fine?
In conclusione
In un’epoca in cui lo streaming sta rivoluzionando il modo in cui consumiamo contenuti, l’aumento dei prezzi e il blocco della condivisione delle password da parte di servizi come Disney Plus sta generando un impatto significativo.
I cambiamenti strategici di Netflix hanno aperto la strada a questa tendenza, spingendo altre piattaforme a seguirne l’esempio. Disney Plus ha scelto di rincorrere questa strada, aumentando i prezzi e introducendo piani con pubblicità per offrire opzioni più economiche.
Questo solleva interrogativi sul futuro del settore dello streaming e sul modo in cui i consumatori reagiranno a tali cambiamenti. Mentre le aziende cercano di aumentare i ricavi e migliorare la redditività , gli utenti si trovano di fronte a decisioni difficili: continuare a pagare tariffe crescenti o rinunciare a certi servizi.
Ma tu Kiro l’hai abbandonato Netflix?
Hai avvertito anche gli utenti Apple che a furia di comprare iPhone, Apple avrebbe aumentato il costo?
Sono anni che li avviso ma continuano a comprare.