James Franco nel film 127 ore
James Franco nel film 127 ore

Nel 2003 Aron Ralston, un alpinista statunitense, stufo del suo lavoro da ingegnere meccanico decise all’età di 27 anni di fare una gita nel Blue John Canyon nello Utah. Durante il suo viaggio in solitaria smosse per sbaglio un masso, che cadendo gli bloccò il braccio.

Aron rimase per ben 5 giorni nel canyon, bloccato. Gli passò davanti tutta la sua vita. Non vi dico come finisce questa storia. Trovate il suo racconto nel suo libro oppure nel film “127 ore” con James Franco. Il film ha ottenuto ben 6 nomination agli Oscar nel 2011. Vale la pena recuperarlo.

Mi è tornato in mente leggendo la storia di Simon Gautier. Simon aveva la stessa età di Aron Ralston, 27 anni, ma a lui non è andata altrettanto bene. Aron rimase con un braccio bloccato, mentre Simon a quanto pare si ruppe entrambe le gambe nella caduta.

Simon Gautier
Simon Gautier

Simon si trovava nel Golfo di Policastro per un’escursione. Verso le 9.30 del mattino del 9 agosto telefonò al 118 chiedendo aiuto. Cadendo da un burrone si era ferito entrambe le gambe. Purtroppo il suo corpo è stato trovato solo il 19 agosto. Ben 9 giorni dopo l’allarme.

Attualmente c’è un grande dibattito sulla qualità dei soccorsi, ma la domanda che vogliamo porci è: come è possibile con tutta questa tecnologia, dove si lotta a non essere costantemente geolocalizzati dalle app per la privacy, a non essere trovati in tempo?

La prima cosa che faremo noi è inviare la propria posizione ad amici e parenti, per poi comunicarla alle forze dell’ordine. Potremo usare banalmente WhatsApp che è multipiattaforma. Purtroppo non esiste un WhatsApp dei soccorsi. Questi funzionano solo con una classica telefonata.

Non sappiamo quale modello di smartphone avesse Simon, ma i motivi per i quali non sia riuscito ad effettuare questa operazione possono essere molti: poca energia nel telefono, poco segnale in un’area rurale, niente roaming dati, GPS debole e così via. I soccorsi hanno semplicemente utilizzato la triangolazione delle antenne del telefono che, purtroppo, offrono una posizione approssimativa.

triangolazione cellulare
triangolazione cellulare

Si tratta di calcolare l’area coperta dall’antenna dalla quale è partita la telefonata. Questa misura, ricavata con una semplice formula matematica, può sbagliare anche di qualche chilometro. Bisogna considerare anche che se si cade in un burrone, dove la visibilità dall’alto non è granché, si rischia che le ricerche aeree non siano così rapide.

Quindi come farsi trovare? Dal punto di vista normativo nel 1991 la UE stabilì che in tutta Europa dovesse esistere un solo numero per chiamare i soccorsi: il 112. Un concetto che riprende il 911 negli Stati Uniti. Nel 2009 il Ministero dello Sviluppo Economico accoglie la normativa europea. Ad oggi i CUR (Centrale Unica di Risposta) sono solo 10.

Questo significa che è attivo solo in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia orientale, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano. In tutte le altre regioni vi risponderanno i carabinieri che tecnicamente dovrebbero inoltrarvi la chiamata. In Campania, dove è accaduto l’incidente del turista francese, non è attivo. Per questo motivo ha dovuto chiamare il 118: il numero di emergenza del sistema sanitario.

numero unico di emergenza 112
numero unico di emergenza 112

Nel 2014 l’Unione Europea stabilì, con la direttiva 53, che in tutto il territorio europeo deve essere attivato il sistema (AML) Advanced Mobile Location. Questi indica la posizione esatta del telefono che chiama i soccorsi al 112, appena la telefonata viene ricevuta. Il sistema è obbligatorio per tutti dal 2020 e dal 2021 dovrà usare la rete di satelliti europei Galileo.

Attualmente il sistema AML funziona solo in Austria, Belgio, Regno Unito, Olanda, Finlandia, Irlanda, Lituania, Estonia e Slovenia. Questo significa che in Italia non solo i CUR per il numero unico 112 non sono diffusi, ma non integrano neanche il sistema AML per individuare i dispositivi.

Dove e attivo il 112
Dove è attivo il 112

Apple integrò il supporto al sistema AML in iOS 11.3 in poi, mentre Google con Android 4 Ice Cream Sandwich. Questi permettono l’accesso al GPS e al WiFi del telefono all’istante. Dati che aggiunti alla triangolazione della rete telefonica offrono l’esatta posizione dell’utente, con uno scarto di pochi centimetri.

Come salvarsi quindi? Di base iOS ha la funzione SOS. Basta tener premuto il tasto volume e di accensione contemporaneamente, gesture semplice se si stringe il telefono tra le mani, per attivare la richiesta di SOS in 5 secondi. Stessa funzione è attiva premendo il tasto laterale (non la Digital Crown) nell’Apple Watch. Il dispositivo fa scattare un’allarme, manda un messaggio con la propria posizione al numero che abbiamo selezionato (se non sai come si fa trovi qui la guida) e chiama automaticamente il 112 per parlare con i soccorsi.

In caso le mani non fossero operative possiamo chiedere a Siri di chiamare i soccorsi. Nel caso fossimo privi di coscienza, negli Apple Watch più recenti c’è il rilevamento delle cadute che chiama i soccorsi se l’utente non disattiva l’allarme manualmente.

In alternativa ci sono app di terzi. 112 Where ARE U è l’app ufficiale del 112. Questa forza, in qualche modo, il sistema AML perché anche se non è stato integrato nel sistema dei soccorsi, invia manualmente la posizione al 112. Come abbiamo visto prima, però, la diffusione dei centri CUR del 112 è molto limitata.

Apple Watch SOS
Funzione SOS negli Apple Watch

Un’altra app è GeoResq. Si tratta dell’app ufficiale del Soccorso Alpino. Opera, quindi, se visitate le aree coperte dal servizio. Costa 24,40 € di abbonamento annuale. È utile attivarla se si è amanti delle escursioni. Permette di inviare la propria posizione esatta agli amici e ai soccorsi, per essere recuperati nel più breve tempo possibile.

C’è anche il Find My Friend, che in iOS 13 si chiamerà “Dov’è”. Quest’app per iOS permette di vedere dove si trova un amico accedendo il suo GPS. È usato spesso per sapere dove sono i propri familiari. Prima di partire per un’escursione può essere utile attivare questo servizio e condividere la propria posizione con le persone di cui ci fidiamo.

In caso di pericoli, nostra scomparsa e allarmi, questi potranno tentare di accedere al GPS del dispositivo e comunicare la posizione ai soccorsi. In pratica i mezzi e le tecnologie per avere delle probabilità in più di sopravvivere ci sono, basta pianificarle. Sperando che nel frattempo le istituzioni integrino i sistemi in grado di salvare le persone in pericolo.

Contrassegnato da una scritta:

Lascia un commento

Cosa ne pensi?