Vi ricordate dell’app Immuni? Ci fu una grande polemica all’epoca dello sviluppo per la gestione della privacy e l’installazione dell’app. Come avevo previsto dalla mia analisi ci sarebbe stato un grande problema di diffusione dei download.
Per rendere efficace il tracciamento dei contagi, infatti, Immuni deve coprire il 60% degli smartphone. Considerando che una fetta consistente non ha ancora uno smartphone e che un’altra fetta, anche se ce l’ha, ha dichiarato di non volerla scaricare, il target ottimale è matematicamente un’utopia.
A tal proposito Apple e Google si sono svegliate. Hanno applicato una strategia che doveva essere applicata sin dall’inizio, vale a dire integrare il sistema in tutti i dispositivi, senza dover rilasciare le API necessarie e richiedere che gli sviluppatori di terzi le integrassero nelle app.
La strategia iniziale delle due società è stata fallimentare perché ha richiesto molte ore di sviluppo da parte di società e associazioni indicate da ciascuno stato. Bending Spoons, che ha sviluppato Immuni, ha stimato 10.000 ore di lavoro tra sviluppo e mantenimento.
Ora che l’emergenza è impellente negli Stati Uniti, con 6,2 milioni di contagiati e 188.000 morti, le due aziende hanno deciso di fornire l’integrazione di base nei sistemi operativi, evitando di dover integrare le API nelle app di terzi e attendere il download e l’attivazione del servizio.
Con iOS 13.7 disponibile da oggi, Apple integra le Exposure Notifications Express direttamente nel sistema operativo mobile. L’utente deve andare in Impostazioni > Notifiche di esposizione e attivare le notifiche. Un report settimanale avvisa se si è entrati a contatto con persone positive al COVID-19.
Il LOG di esposizione sarà mantenuto per 14 giorni e cancellato di volta in volta. Quindi anche se non volete scaricare Immuni, almeno attivate le notifiche in iOS dopo aver aggiornato all’ultima versione disponibile.
Deve comunque essere autorizzato/attivato dall’autorità sanitaria del paese il sistema express, non è attivo automaticamente.