BlueMail di Blix
BlueMail di Blix

Sono molte le aziende che provano a scardinare il business model di Apple. Tra queste molte che mirano a vendere le loro app incontrollatamente, senza pagare nessuna commissione alla società di Cupertino. Società come Blix.

La stessa Blix che si era precipitata a entrare nel CAF (Coalition for App Fairness): l’unione di società contro il business model dell’App Store, in cui troviamo anche Spotify ed Epic Games.

L’azienda, sviluppatrice del client di posta elettronica BlueMail, accusò Apple di pratiche monopolistiche perché favoriva le sue app native nel motore di ricerca dell’App Store. La sua app fu poi eliminata dallo store perché, dichiarò Blix, osò accusare Apple di aver copiato Sign In with Apple da un suo brevetto.

Il tribunale del Delaware, però, ha bocciato la causa. Blix non ha portato sufficienti prove per giustificare la causa, non dimostrando i capi di accusa.

Blix in pratica non è stata in grado di dimostrare la presenza di un sistema monopolistico nell’App Store, ne direttamente e ne indirettamente, tale da avvalersi dello Sherman Act: la legge antitrust americana contro monopoli e cartelli.

Blix non è riuscita neanche a dimostrare che Apple le ha copiato il brevetto per creare Sing In with Apple. In pratica tutte accuse campate in aria, mal gestite, senza una base legale.

Una vittoria che potrebbe trasformarsi in un precedente e favorire la vittoria di Apple anche nelle altre accuse di monopolio.

Vi ricordo che recentemente Apple ha deciso di abbassare le commissioni dal 30% al 15% nell’App Store, per tutti gli sviluppatori che non superano 1 milione di $ di fatturato annuo. Una modifica che riguarderà il 98% degli sviluppatori nell’App Store.

Leave a comment

Cosa ne pensi?