Non esistono tecnologie buone e tecnologie cattive. Esistono persone che le utilizzano per fare del bene o del male. Il telefono può essere usato per telefonare alle persone e minacciarle, ma anche per chiamare i soccorsi e salvare vite umane. Così come l’atomica può essere usata per fabbricare bombe mortali o centrali in grado di fornire energia.
Quindi i sensori AirTag possono essere usati per ritrovare gli oggetti persi, che poi è la funzione base per la quale sono stati creati, ma anche per fare del male. Ma come?
Se lo è chiesto il NNEDV (National Network to End Domestic Violence), un ente contro gli abusi domestici. Come è stato raccontato su FastCompany, infatti, l’ente ha chiesto ad Apple se sono state pensate a misure contro gli abusi di questa tecnologia.
Un esempio tipico è quello di uno stalker in grado di infilare un AirTag in una borsa, o in auto, per seguire gli spostamenti della sua vittima. Come sappiamo con il sistema Find My network, che utilizza miliardi di dispositivi nel mondo per tracciare gli AirTag, i rischi sono molti.
Un portavoce di Apple ha spiegato in una nota:
Prendiamo molto sul serio la sicurezza dei clienti e ci impegniamo per la privacy e la sicurezza di AirTag. AirTag è progettato con una serie di funzionalità proattive per scoraggiare il tracciamento indesiderato, il primo nel settore, e la rete Trova include un sistema intelligente e sintonizzabile con deterrenti che si applicano ad AirTag, nonché prodotti di terze parti che fanno parte di Find My network. Stiamo alzando il livello della privacy per i nostri utenti e il settore e speriamo che altri seguiranno.
La società non ha dato specifiche, ma sappiamo che quando un utente si muove con un AirTag non associato al suo iPhone, quindi un AirTag appartenente ad altri, riceve una notifica sullo smartphone che gli avvisa della presenza del sensore altrui.
Ufficialmente questo sistema serve a evitare di prendere per sbaglio le cose di altri, come un mazzo di chiavi, ma nella realtà può essere usato anche per sapere se qualcuno ha infilato un sensore nelle nostre cose per tracciarci.
Il problema è che il sistema non funziona con gli smartphone Android. In questo caso l’unico sistema che si attiva è l’allarme sonoro dopo 3 giorni di distanza dal legittimo proprietario. L’AirTag inizierà a suonare se non è stato vicino allo smartphone a cui è stato associato dopo 72 ore.
Di sicuro nuove soluzioni in merito arriveranno in futuro. Trovate AirTag su Amazon.