
La privacy è uno dei cavalli di battaglia di Apple. La società ribadito più volte che il suo business è nel vendere dispositivi e servizi, non dati. Quindi nel tempo ha messo in campo diverse soluzioni per salvaguardarli.
Dai filtri per offuscare la navigazione, alla VPN integrata di Relay privato che mostra un IP fasullo, fino alle schede di utilizzo dei dati per le singole app o il blocco del tracciamento e profilazione nelle app stesse.
Uno dei recenti strumenti è la protezione avanzata dei dati. Soluzione di cui vi avevo parlato a dicembre, ma che è entrato in funzione ufficialmente anche per l’Italia con la disponibilità di iOS 16.3 qualche giorno fa.
In questo articolo:
Perché la protezione avanzata dei dati mi fa sentire veramente al sicuro
Prima dell’arrivo della protezione avanzata dei dati, Apple dichiarava che questi restavano al sicuro sul dispositivo. Ed è vero: nel SoC dell’iPhone c’è un chip dedicato che si chiama Secure Enclave. Questi si occupa di conservare la chiave privata dell’utente e cifrare e decifrare i dati all’occorrenza.
C’era un elemento debole che entrava in gioco quando questi dati finivano online, precisamente su iCloud.com. Qui non tutti i dati erano cifrati. Quindi se le autorità avessero chiesto l’accesso a quei dati, Apple avrebbe potuto consegnarli.
Con la protezione avanzata dei dati, invece, i giochi cambiano. Apple consegna all’utente la sua chiave privata. Non è qualcosa di metaforico, qualcosa posta in un chip, ma un vero codice alfanumerico di 24 caratteri, così lungo che servirebbero milioni di anni di brute force per bucarlo.
Una volta ottenuta la propria chiave e attivato il servizio, saranno cifrati sia online che offline contenuti presenti in: backup, messaggi, tutto il contenuto di iCloud Drive, le note, le foto, i promemoria, i segnalibri di Safari, i Comandi Rapidi di Siri, le memo vocali e i biglietti presenti in Wallet.
Il tutto sarà protetto da cifratura end-to-end. Questo significa che Apple non potrà mai avere accesso a quei contenuti, neanche se gli hacker bucassero il vostro account online o nel telefono. Nessuno. Eccetto voi mediante quella chiave privata.
Questo è sia un vantaggio, ma anche uno svantaggio. Se perdete quella chiave e provate a ripristinare il backup su un nuovo iPhone, perché magari quello vecchio si è rotto, l’avete perso o vi è stato rubato, non potrete più accedere a tutti i vostri dati.
Non potrete neanche chiedere aiuto ad Apple, perché non ha la chiave. Ce l’avrete solo voi. Quindi fate sempre buona attenzione a dove conservate quella chiave. In quale servizio cloud andrete a scrivervela, su quale foglio andrete a stamparla. Persa quella chiave perderete anche tutti i dati. Saranno andati via per sempre.
In tutti questi anni di soluzioni sulla privacy, dopo tanti spot di Apple, in realtà solo adesso sento realmente una sensazione di sicurezza. Avere la mia chiave privata e sapere che è soltanto mia, mi dà una sensazione di controllo. Di poter controllare chi entra e chi esce nella stanza dei dati.
La giornata mondiale della protezione dei dati personali
Sempre in tema privacy, Apple ha annunciato un nuovo set di risorse formative per aiutare le persone a controllare i propri dati personali, in occasione della Giornata della protezione dei dati personali.
La società ha svelato una nuova sessione di Today at Apple che spiegherà agli utenti come proteggere i propri dati. Inoltre, per aumentare la consapevolezza e l’attenzione sull’importanza della privacy, Apple ha collaborato con Nick Mohammed, star della serie AppleTV+ Ted Lasso, per un breve cortometraggio.
A partire dal 28 gennaio, la nuova sessione Today at Apple “L’abc: prendi il controllo della tua privacy su iPhone”, esplorerà funzioni come Protezione della privacy in Mail, Controllo di sicurezza, Servizi di localizzazione e Passkey. La sessione gratuita di 30 minuti sarà disponibile in tutti gli Apple Store del mondo e potrà essere prenotata anche per gruppi o classi.
L’importanza per la privacy in Apple
Apple ha sempre attribuito grande importanza alla privacy dei propri utenti e negli ultimi anni l’ha portata a un nuovo livello. L’azienda ha iniziato a concentrarsi sulla privacy nel 2014, quando Tim Cook, CEO dell’azienda, ha sottolineato la necessità di proteggere i dati degli utenti. Da allora, l’azienda ha adottato numerose misure per garantirne la protezione, come l’introduzione dell’autenticazione a due fattori e l’offerta di una serie di funzioni incentrate sulla privacy.
La società rilascia inoltre regolarmente aggiornamenti software per risolvere eventuali vulnerabilità di sicurezza. Apple ha anche un team dedicato alla privacy che lavora per garantire che i prodotti e i servizi dell’azienda siano conformi a tutte le leggi e le normative sulla privacy applicabili.
In conclusione
Apple ha fatto un grande lavoro nel migliorare la privacy dei propri utenti nel corso degli anni, con innovazioni come la protezione avanzata dei dati e la recente sessione di Today at Apple.
La protezione avanzata dei dati di iCloud offre agli utenti un livello di sicurezza e privacy senza precedenti. I dati archiviati su iCloud sono protetti da una cifratura end-to-end, con una chiave privata che viene consegnata all’utente. La chiave privata è un codice alfanumerico di 24 caratteri che servirebbero milioni di anni di brute force per bucarlo.
Questo significa che nessuno, neanche Apple, può accedere ai dati dell’utente, a meno che non sia l’utente stesso a fornire l’accesso mediante la chiave privata.
Questo livello di sicurezza offre un grande vantaggio, ma anche un grande svantaggio, poiché se si perde la chiave, si perdono anche tutti i dati associati.
Quindi finora non ti sentivi al sicuro
Mi sentivo al sicuro ma sempre con qualche “chissà i miei dati online se sono tutti cifrati”. Invece adesso so che sono tutti cifrati.
Quindi comunque ti sentivi sicuro anche prima.. ti dirò un segreto .. Se disattivi iCloud sono ancora più al sicuro..
Dovessi vedere se spegnessi l’iPhone e buttassi via la SIM card come ti senti al sicuro
se l’importante è la percezione della sicurezza si