
Di solito mi appunto tutto, soprattutto in forma digitale. Ma per il codice PUK della carta di identità elettronica, o CIE, non ricordo cosa sia successo. L’ho perso.
È un codice di 8 cifre di cui 4 si ricevono alla richiesta della carta e 4 alla ricezione. Io ne ho solo 4 e non ricordo se non ho mai ricevuto le altre 4 oppure se mi mancano le prime 4. Sta di fatto che non ho il codice completo.
Serve per iscriversi nell’app di CIE, la CieID. Questa consente di autenticarsi appoggiando la carta di identità elettronica sul retro dell’iPhone, usando il lettore NFC del dispositivo.
In sostanza non avendo tutto il PUK non mi sono mai iscritto nell’app e ho usato sempre lo SPID per accedere ai servizi di identità online.
Per recuperare il PUK qualche anno fa bisognava andare nel comune dove era stata chiesta la carta di identità, poi norma cambiata per consentire di andare in qualsiasi comune. Il periodo COVID non ha permesso di prenotare la visita al comune per fare domanda, per via delle liste di attesa lunghissime, quindi in sostanza non l’ho più recuperato.
Qualche giorno fa, con la versione 1.6, è stata finalmente introdotta la richiesta direttamente dall’app, evitando di andare al Comune.
In questo articolo:
Come chiedere il proprio codice PUK dall’app
Una volta aggiornata CieID alla versione 1.6, bisogna entrare nell’app e seguire una procedura apposita per la richiesta del PUK.
La procedura non è immediata. Bisogna premere sul menu ad hamburger in alto a sinistra nell’app e poi su “Recupero PUK”.

Qui bisogna leggere la propria carta di identità elettronica appoggiandola sul retro dell’iPhone, sulla parte alta, la stessa che usate per pagare con Apple Pay.
Poi bisogna inserire il numero di telefono o la email usata in fase di registrazione della richiesta della carta di identità.
L’ultimo passo è attendere 48 ore. L’invio del codice PUK non è immediato. Quasi sicuramente la pratica online è passata a qualcuno che va a recuperare il codice. Operazione che, tutto sommato, potrebbe essere automatizzata e ridurre di molto i tempi di attesa.
Le altre novità dell’app CieID
Quella del recupero del codice PUK non è l’ultima novità dell’app CieID. Ora si può autenticare il proprio dispositivo per il livello 1 e 2 di sicurezza, che credo siano il livello 1 e 2 della sicurezza di SPID.
Operazione che a me non ha funzionato. Quindi temo che i backend dell’app non siano ancora allineati.
Una volta autenticato il dispositivo, questi funzionerà come sistema di autenticazione, inquadrando il QR code generato nei siti che richiedono l’autenticazione con CIE, un po’ come accade con lo SPID.
Perché si spinge sulla carta di identità elettronica?
Il governo sta spingendo per la sostituzione dello SPID con la carta d’identità elettronica (CIE) in Italia.
SPID è un sistema di identificazione elettronica che consente ai cittadini italiani di accedere ai servizi pubblici online. Consente di agevolare molto la burocrazia, evitando che le persone vadano agli sportelli per inoltrare e monitorare moltissime pratiche. Dai certificati alle dichiarazioni.
Il problema principale è che lo SPID funziona con dei servizi di autenticazione esterni. Sono aziende private, come Poste o Infocert, che consentono di autenticarsi in modo sicuro usando 2 livelli di sicurezza.

Questi servizi, anche se sono gratuiti in modo diretto per gli utenti, sono pagati con le tasse dei cittadini mediante contratti multimilionari. Denaro che il Governo non vorrebbe erogare.
La CIE offre anche un terzo livello di sicurezza, perché per l’appunto richiede anche un codice PUK. Inoltre è gestito direttamente dalla Zecca di Stato, quindi non richiede di stringere accordi con aziende terze.
Ma perché fu deciso dalla nascita di affidare l’autenticazione a vari servizi di autenticazione privati? Per diverse ragioni. Le principali è la resilienza: avere diversi servizi di accesso consente di usarne uno alternativo se uno non dovesse funzionare.
L’altro ha un’aspetto democratico. Non dare al governo il potere diretto sulla gestione dell’autenticazione dei cittadini, sottrarre anche un possibile strumento nelle mani di un singolo potere.
In Italia questo potrebbe apparire assurdo e improbabile, ma nella costruzione di questi sistemi si prendono in considerazione qualsiasi scenario. Immaginiamo se un governo molto ostile in futuro dovesse decidere che la comunità LGBTQ+ non debba più accedere ai servizi dei cittadini.
Accentrando l’accesso su un unico ente questo potrebbe essere possibile.
Altri vantaggi della CIE
Un altro vantaggio della CIE è che potrà essere utilizzata anche come documento di viaggio all’interno dell’Unione Europea. Ciò significa che i cittadini italiani possono utilizzare la CIE per viaggiare in altri Paesi dell’UE senza bisogno del passaporto. Questo dovrebbe ridurre gli oneri amministrativi per i cittadini e rendere più convenienti gli spostamenti all’interno dell’UE.
Nel complesso, la decisione del governo di sostituire lo SPID con la CIE è motivata dalla necessità di migliorare la sicurezza, semplificare l’accesso ai servizi pubblici e fornire una forma di identificazione più comoda per i cittadini. Sebbene l’implementazione del nuovo sistema possa presentare alcune difficoltà, si prevede che nel lungo periodo esso fornirà vantaggi significativi.
C’è da dire, infatti, che al momento lo SPID è adottato da 26 milioni di persone, mentre ad oggi la CIE è adottata da 17,5 milioni di persone. Quindi fare fuori lo SPID a favore della CIE significa tagliare una grossa fetta di popolazione dall’accesso ai servizi.
Il Wallet Europeo
L’Unione Europea è da tempo un sostenitore dell’innovazione digitale, e ora sta prendendo provvedimenti per creare il proprio portafoglio di documenti e identità digitali. L’UE ha riconosciuto la necessità di un modo sicuro e affidabile per conservare documenti e informazioni importanti. Questo nuovo sistema di portafoglio servirà come centro centralizzato per l’accesso e la gestione dei dati personali, tra cui passaporti, carte d’identità e altri documenti importanti.
Una delle motivazioni principali alla base di questa iniziativa è quella di contribuire a combattere le frodi e i furti di identità. Creando un sistema sicuro e centralizzato, l’UE spera di rendere più difficile per i criminali rubare informazioni personali o creare documenti fraudolenti. Inoltre, la presenza di un sistema di identità digitale potrebbe contribuire a snellire processi come il voto, le operazioni bancarie e altri servizi che richiedono una prova di identità.
L’Italia, pioniera in questo settore proprio grazie allo SPID, vorrebbe essere tra le prime ad utilizzare questo sistema e si sta preparando per integrare il wallet europeo per sostituire lo SPID.
Potenziare l’app di CieID, quindi, diventa un passaggio importante per diffondere la carta di identità elettronica e adottare il nuovo strumento europeo.
In conclusione
L’aggiornamento dell’app CieID alla versione 1.6 ha introdotto la possibilità di richiedere il codice PUK della Carta di Identità Elettronica direttamente dall’app, evitando così la necessità di recarsi al comune.
Questo miglioramento permette una maggiore facilità di accesso e un’ulteriore semplificazione delle procedure per gli utenti. Il governo italiano sta spingendo per sostituire lo SPID con la CIE, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e fornire una forma di identificazione più comoda per i cittadini.
Parallelamente, l’Unione Europea sta lavorando per creare un portafoglio di documenti e identità digitali a livello europeo, con l’Italia tra i pionieri in questo settore grazie allo SPID. Potenziare l’app di CieID e diffondere la carta di identità elettronica sarà un passo fondamentale verso l’adozione del nuovo strumento europeo.
Tuttavia, è importante considerare che al momento lo SPID è utilizzato da un numero maggiore di persone rispetto alla CIE, quindi eliminare lo SPID a favore della CIE potrebbe escludere una grossa fetta di popolazione dall’accesso ai servizi.
Aggiornamento 30/04/2023
Solo una nota relativa alle 48 ore di tempo necessario per recuperare il codice PUK. La procedura è automatizzata, ma la Zecca di Stato, che si occupa della gestione del servizio, ha deciso di impostare questa finestra temporale per dare tempo a una persone che ha perso la CIE di effettuare la denuncia e bloccare la procedura di recupero PUK per questioni di sicurezza.