Un meme sul potere di acquisto degli stipendi
Un meme sul potere di acquisto degli stipendi

Sono su Twitter da gennaio 2007. Da allora a oggi ho visto i social cambiare e diventare sempre di più degli strumenti per la viralità di alcuni contenuti. Nonostante questo, non ho mai cercato la viralità di nulla e infatti il mio profilo non è mai stato quello di un creator o influencer.

Qualche giorno fa ho però voluto testare dei meccanismi, per capire se volendo fosse possibile fare leva su alcuni elementi per spingere la viralità di un contenuto. Piccolo spoiler: ha funzionato.

Premettendo che una ricetta efficace al 100% per rendere un contenuto virale non esiste, c’è da dire che alcune leve funzionano sempre. Sono quelle usate dagli esperti del settore per spingere i contenuti. Quindi vediamo cosa è successo.

Il tweet diventato virale

Il tweet in questo è questo:

https://twitter.com/melamorsicata/status/1679788790334758912

Nel momento in cui vi scrivo ha raggiunto oltre 500.000 visualizzazioni, 529 retweet, 2.994 mi piace, 26.000 interazioni e ha generato 2.500 visite al mio profilo portando a 20 nuovi follower.

Nel tweet volevo evidenziare che il potere di acquisto dei salari di oggi è nettamente inferiore a quello dei nostri genitori negli anni ‘80. L’idea mi è venuta prendendo ad esempio una clip di un intervento di Giorgio Cremaschi1 a Zona Bianca che mi è passato in TikTok.

Nell’intervento Cremaschi diceva che 30 anni fa uno stipendio medio di un operaio era di 1.000.000 di lire. Un cono gelato costava 1.000 lire. Quindi con uno stipendio si compravano 1.000 gelati. Oggi lo stipendio medio è di 1.400 €, mentre il costo di un cono è di 2,5 €. Quindi ci si compra 560 gelati.

Sono spariti 440 gelati.

Il senso del messaggio è semplice: con uno stipendio medio 30 anni fa potevi comprare più cose di uno stipendio attuale, vale a dire che i prezzi sono aumentati tantissimo e, viceversa, il potere di acquisto degli stipendi è calato.

Come ho confezionato il tweet virale

Ora, partendo da quel contenuto ho voluto dare un po’ di sale alla cosa per attivare le risposte degli utenti.

Per prima cosa ho usato Bard: lo strumento di intelligenza artificiale reso disponibile da Google un paio di giorni fa anche in Italia. Ho chiesto il valore dello stipendio medio in Italia nel 1980 e mi è stato risposto 2.300.000 lire. Quello attuale, dice sempre Bard, è di 2.400 € al mese.

Poi ho chiesto il costo medio di un gelato Magnum nel 1980 e mi ha risposto 1.500 lire, mentre il prezzo attuale è di 3,5 €.

Sono dati ovviamente campati in aria, completamente inaffidabili. Google non cita fonti, a differenza di Bing, e non dice neanche se quei valori sono riferiti a stipendi netti o lordi e se sono medi per una categoria specifica o se sono generali per tutte le categorie.

Ho poi scelto il gelato Magnum per 3 ragioni: fu introdotto nel 1989, quindi impossibile fosse in vendita nel 1980 e inoltre il Magnum l’ho sempre considerato un gelato per ricchi, per non parlare del fatto che le dimensioni del gelato in se si sono ridotte molto nel tempo, mentre il suo prezzo è lievitato costantemente.

Sapevo che i dati erano inaffidabili ma era proprio questo lo scopo. Intelligenza artificiale, dati inaffidabili e un fattore sempre caro a tutti gli italiani: lo stipendio. Il mix era potenzialmente esplosivo e infatti è esploso.

Cosa è accaduto su Twitter

In pochi secondi il tweet è circolato velocemente, per poi accelerare nelle ore successive. A oggi il contatore vede aumentare i numeri costantemente. La cosa interessante è ciò che è accaduto nelle risposte.

La maggior parte delle persone hanno condiviso senza remore, sottolineando che è vero: gli stipendi sono bassi. Una buona parte, però, non si è soffermata sul senso del tweet, vale a dire il calo del potere di acquisto degli stipendi, ma sul valore dello stipendio riportato da Bard.

In pratica il fatto che il potere di acquisto è calato è passato in secondo piano. Alcuni non ne hanno neanche colto il senso. È invece partito il confronto tra il proprio stipendio e il valore riportato da Bard: 2,3 milioni di lire nel 1980 e 2.400 € di quello attuale.

Sono probabilmente valori lordi, ma moltissimi lo hanno confrontato (netto) a quello proprio, creando un’onda di indignazione. Quest’onda ha spinto moltissimi a interagire con il tweet, contribuendo alla sua diffusione.

Una piccola percentuale, a cui va il mio plauso, si è presa la briga di verificare i dati scoprendo che effettivamente non erano affidabili.

Bard fa acqua da tutte le parti

La prima cosa che possiamo imparare da questo è che Bard, il sistema di intelligenza artificiale di Google, è completamente inaffidabile. L’ho testato un po’ in questi giorni e mi ha dato informazioni sbagliate la maggior parte delle volte.

Questo significa che come sistema di AI è da evitare completamente. Nonostante sia prodotto da Google, che di dati dovrebbe intendersene, non può essere preso come fonte.

In linea generale sarebbe meglio verificare qualsiasi dato ottenuto da qualsiasi AI. Non sono sempre affidabili.

Mai toccare i soldi agli italiani

Il secondo elemento da considerare è che quando si parla di soldi gli italiani spengono la radio, chiudono le finestre e fanno attenzione. Ma solo se riguarda anche i loro soldi.

Sapere di non guadagnare 2.400 € al mese, quando in media tutti gli altri italiani potenzialmente guadagnano (secondo Bard) fa saltare le persone dalla sedia. Chi sta trattenendo il resto dei loro soldi?

La stessa risposta si è avuta con lo stipendio del 1980. Guadagnare 2,3 milioni di lire in quegli anni significava fare la vita da nababbo. È un valore chiaramente alto, quindi tutti coloro che guadagnavano di meno, quasi tutti, si sono sentiti chiamare in causa.

I veri dati

Ora, i dati falsi hanno portato all’indignazione e alle migliaia di interazioni. Ma quali sono i dati veri?

Se prendiamo il bollettino della Banca D’Italia scopriamo che il reddito medio individuale nel 1980, in Italia, era di 6.929.000 lire l’anno. Quindi 533.000 lire al mese considerando 13 mensilità. Se volessimo convertirlo all’euro, con un valore di 1936,27 lire per 1 €, vediamo che sono 275 € circa. Ovviamente il valore non basta. Bisogna considerare l’inflazione.

Prendendo una calcolatrice che attualizza la lira al valore odierno, vediamo che 533.000 del 1980 oggi sarebbero 1.301,81 €.

Il listino prezzi dell’Algida del 1980
Il listino prezzi dell’Algida del 1980

Quanto costava un gelato nel 1980? Prendiamo il listo prezzi dell’Algida del 1980. Scopriamo che il “Croccante” costava 300 lire al bar. Quindi con 533.000 lire compravi 1776 gelati. Oggi un Croccante al bar costa 1,5 €. Quindi posso comprarmene 867. Mancano comunque 909 gelati.

Preso così il dato, con stipendi veritieri, non cambia il senso del messaggio del tweet. C’è però da dire che valutare il costo della vita in generale basandosi solo su un prodotto, come il gelato, è sbagliato.

Bisognerebbe farlo su un paniere di beni. Il fenomeno della lievitazione spropositata del prezzo dei gelati e il calo delle dimensioni dello stesso, non giustifica un fenomeno nella sua interezza.

C’è una fonte di verità

Questo significa che è falso che gli stipendi non sono cresciuti negli anni? No, i nostri genitori hanno realmente goduto di un periodo piuttosto favorevole, fatto di un mix di occupazione molto facile, richieste di poche competenze e opportunità.

Come rivela l’Etuc – associazione dei sindacati europei, dal 2009 al 2018, quindi in appena 10 anni, gli stipendi degli italiani non solo non sono cresciuti, ma sono diminuiti del 2%, contro un aumento dell’11% in Germania e del 7% in Francia.

Come rivela l’OCSE, negli ultimi 30 anni in Italia, gli stipendi sono cresciuti dello 0,36%. In pratica non sono cresciuti. Nello stesso periodo in Francia e Germania sono cresciuti in media del 33%.

La fonte principale di questo fenomeno non è l’euro, come diceva erroneamente qualcuno su Twitter, ma la scarsa produttività. Il nostro circuito industriale e la nostra economia non cresce da 30 anni. Produciamo come 30 anni fa.

Se ci fosse stato un boom di investimenti, una crescita del sistema industriale e un aumento vertiginoso di posti di lavoro, i datori di lavoro avrebbero dovuto aumentare gli stipendi per tenersi i lavoratori, portando gli stipendi a crescere in generale.

Colpa della politica, della globalizzazione, delle gabbie salariali? Probabile. Sta di fatto che i nostri genitori riuscivano a pagarsi una casa, mantenere una famiglia numerosa, anche con un solo stipendio. È anche vero che il nostro tenore di vita generale è aumentato. A oggi spendiamo molti più soldi e non ci piace fare rinunce. Dallo smartphone da 1.000 € fino agli abbonamenti ai servizi di streaming. Per non parlare di viaggi e cene con amici.

Cosa ci insegna questa storia?

Rendere un tweet virale è abbastanza semplice se si punta sull’indignazione generale, i soldi e le ingiustizie. Questo è il motivo per il quale le fake news sono così popolari e infestanti. Far girare una informazione che reputiamo sia fonte di un nostro malessere, in questo caso gli stipendi bassi, ci dona una piccola dose di dopamina.

Ci sentiamo appagati per qualche secondo, persone migliori, e questo ci aggrada. Ci distrae per un attimo dall’alzare il culo dalla sedia per fare qualcosa per migliorare la nostra situazione. È più facile lamentarsi che fare qualcosa per migliorare.

E questo i social network, come vi ho dimostrato dal tweet pubblicato, lo sanno. Sta a noi essere abbastanza svegli da non cascarci.

  1. Un sindacalista italiano, ex presidente Comitato Centrale della FIOM.

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5 Commenti

  1. Gran bell’articolo! Sia per l’esperimento che hai condotto, con dati palesemente falsi (mi si è alzato il sopracciglio quando ho letto che hai chiesto il prezzo del Magnum del 1980), sia per l’analisi, secondo me molto puntuale, che mi trova d’accordo, con riflessioni che ho fatto spesso nel passato. Da mettere nei preferiti, senza dubbio.

  2. Ma quale esperimento sociale… Hai creato l’ennesimo screenshot che ora circola, non verificato, su Facebook tra gli indignati del paese.
    Non si fanno esperimenti sociali con la disinformazione, perchè crei un danno irreparabile. Adesso ci sono centinaia se non di più di persone che stanno diffondendo lo SCREENSHOT (quindi non c’è neanche il link per andare a verificare che c’erano quelli che ti rispondevano coi dati reali) delle cifre inventate che hai scritto, e ci credono e lo diffondono.
    Hai fatto un danno, altro che un esperimento!

    1. Guarda che al di là dei dati inesatti del tweet, la perdita del potere di acquisto è vera. Quindi fake news a metà.

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