Apple multa UE

La commissione europea ha accusato Apple di violare il Digital Markets Act (DMA), imponendo una multa potenziale fino a 38 miliardi di dollari. La controversia riguarda le politiche dell’App Store che ostacolano la concorrenza, impedendo agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso modalità alternative di pagamento al di fuori dell’ecosistema Apple.

Secondo gli organi competenti dell’UE, Apple non consente pienamente lo “steering”, ovvero la possibilità per gli sviluppatori di informare gli utenti su offerte più economiche esterne all’App Store.

L’indagine approfondirà anche la “commissione tecnologica di base” di Apple e le regole per gli store di app di terze parti, garantendo che la società non ostacoli queste alternative al suo App Store.

Contesto e Retroscena

La controversia tra Apple e l’Unione Europea riguardo alle pratiche dell’App Store ha radici profonde. Nel marzo 2023, l’Europa ha aperto tre indagini contro i colossi tecnologici Apple, Meta e Google, ponendo sotto la lente d’ingrandimento le loro pratiche commerciali.

Precedenti Indagini e Multe

L’indagine attuale sull’App Store di Apple non è la prima del suo genere. Nel 2020, l’azienda di Cupertino era stata multata per 1,8 miliardi di euro dalla Commissione Europea, a seguito di una denuncia antitrust presentata da Spotify.

Le accuse riguardavano le stesse pratiche anti-steering dell’App Store, che ostacolano la concorrenza impedendo agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso modalità alternative di pagamento.

Il Cuore del Modello di Business

Queste indagini e multe dell’UE toccano il cuore del modello di business dei giganti tecnologici come Apple. Si tratta di elementi che hanno contribuito alla loro ascesa e al loro successo globale, ma che ora sono oggetto di analisi per possibili pratiche anticoncorrenziali. 

Secondo l’UE, questi colossi digitali impedirebbero ad altri attori di emergere tramite pratiche commerciali scorrette.

Nuove Indagini e Preoccupazioni

Oltre all’indagine sulle pratiche anti-steering, Bruxelles ha annunciato l’apertura di una nuova indagine sul modello commerciale di Apple per l’App Store. Questa volta, l’attenzione è rivolta alla cosiddetta “commissione tecnologica di base”, o Core Technology Fee, e alle regole per consentire app store di terze parti e il sideloading di app.

La preoccupazione principale riguarda la possibilità che questi requisiti rendano impossibile per gli sviluppatori beneficiare delle nuove opportunità offerte dal Digital Markets Act (DMA).

Apple, dal canto suo, ha espresso timori che i requisiti di interoperabilità imposti dal DMA potrebbero compromettere la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti.

Scrutinio Globale

Le indagini dell’UE su Apple non sono un caso isolato. Anche negli Stati Uniti, il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio Apple per presunto monopolio illegale nel mercato degli smartphone. Allo stesso modo, il Giappone e il Regno Unito stanno adottando regole per limitare il controllo di Apple sull’App Store.

Sebbene le accuse siano ancora da dimostrare, è evidente che le pratiche commerciali dei giganti tecnologici sono sotto il microscopio delle autorità di regolamentazione in tutto il mondo. L’esito di queste indagini potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del settore tecnologico e dei modelli di business consolidati.

Le Accuse dell’UE

Violazione del DMA

L’Unione Europea accusa Apple di aver violato il Digital Markets Act (DMA), la legge che regola i mercati digitali e tutela la concorrenza. Secondo le autorità europee, l’azienda di Cupertino ha limitato le possibilità di scelta dei suoi utenti, impedendo loro di essere informati su alternative più economiche all’App Store.

Problemi con il Core Technology Fee (CTF)

Un’altra accusa mossa dall’UE riguarda la struttura dei prezzi di Apple. L’azienda applica una commissione, chiamata “Core Technology Fee” (CTF), per l’utilizzo del proprio ecosistema. Le autorità ritengono che questa pratica sia eccessiva e non consenta una concorrenza equa.

La finta apertura ai sistemi di pagamento di terzi

Inoltre, l’UE sostiene che Apple non consenta pienamente ai suoi utenti di utilizzare sistemi di pagamento di terze parti. Sebbene l’azienda dichiari di consentirlo, in realtà vi sono numerose restrizioni che limitano questa possibilità.

Decisione della Commissione Europea

La Commissione Europea ha emesso una decisione preliminare che accusa Apple di violare il Digital Markets Act (DMA).

Violazioni Identificate

Margrethe Vestager, a capo della politica di concorrenza in Europa, ha dichiarato:

La nostra posizione preliminare è che Apple non consente pienamente lo steering. Lo steering è fondamentale per garantire che gli sviluppatori di app dipendano meno dagli app store dei gatekeeper e che i consumatori siano consapevoli di offerte migliori.

Secondo il DMA, Apple e altri “gatekeeper” devono consentire agli sviluppatori di indirizzare i consumatori verso offerte esterne ai loro app store senza alcun addebito.

La Commissione ritiene che le restrizioni imposte da Apple “impediscano agli sviluppatori di app di comunicare, promuovere offerte e concludere contratti attraverso il canale di distribuzione di loro scelta“.

Multa di 38 Miliardi

Apple potrebbe essere multata fino al 10% del suo fatturato globale annuo per violazione del DMA, pari a circa 38 miliardi di dollari secondo i numeri dell’anno scorso.

In caso di violazioni ripetute, la multa può aumentare fino al 20%.

Reazione di Apple

Risposta iniziale

Apple ha risposto alle accuse dell’UE con un iniziale dissenso. L’azienda di Cupertino ha sottolineato di aver apportato numerose modifiche per conformarsi al Digital Markets Act (DMA) negli ultimi mesi. 

Il portavoce di Apple ha spiegato che l’azienda ha già “apportato una serie di modifiche per conformarsi al DMA”.

Inoltre, Apple ha affermato che il 99% degli sviluppatori pagherebbe commissioni uguali o inferiori secondo i nuovi termini commerciali creati. L’azienda ha ribadito la sua posizione, dichiarando: “Siamo fiduciosi che il nostro piano sia conforme alla legge”.

Azioni intraprese

Nonostante la posizione iniziale di difesa, Apple ha intrapreso azioni concrete per affrontare le preoccupazioni sollevate dall’UE. Tutti gli sviluppatori che operano nell’UE sull’App Store hanno ora l’opportunità di utilizzare nuove funzionalità, inclusa la possibilità di indirizzare gli utenti al web per completare gli acquisti a tariffe competitive.

Il portavoce di Apple ha dichiarato: “Continueremo ad ascoltare e a impegnarci con la Commissione europea”. Questo suggerisce un approccio collaborativo per risolvere le divergenze e trovare un terreno comune.

Tuttavia, la posizione dell’UE rimane ferma. La Commissione ha dato ad Apple la possibilità di esaminare i documenti dell’indagine e rispondere per iscritto. Se le giustificazioni fornite non dovessero essere sufficienti, si aprirà una procedura di infrazione formale.

Implicazioni e Conseguenze

Le implicazioni e conseguenze della multa dell’UE ad Apple sono significative e si estendono a diverse parti coinvolte. Ecco un’analisi dettagliata:

Per Apple

La potenziale multa di 38 miliardi di dollari rappresenterebbe un duro colpo finanziario per Apple, nonostante la sua enorme capitalizzazione di mercato. 

Inoltre, l’azienda potrebbe essere costretta a modificare radicalmente le sue pratiche commerciali sull’App Store, consentendo agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso modalità alternative di pagamento al di fuori dell’ecosistema Apple.

Questo cambierebbe drasticamente il modello di business consolidato di Apple, che ha costruito il suo successo su un ecosistema chiuso e controllato. L’azienda potrebbe dover affrontare una significativa perdita di entrate derivanti dalle commissioni sugli acquisti in-app, che rappresentano una parte sostanziale dei suoi profitti.

Per gli Sviluppatori

Le decisioni dell’UE potrebbero aprire nuove opportunità per gli sviluppatori di app. Avrebbero la libertà di informare gli utenti su offerte alternative più economiche al di fuori dell’App Store di Apple, consentendo loro di bypassare le commissioni di Apple e offrire prezzi più convenienti.

Tuttavia, alcuni sviluppatori potrebbero essere preoccupati per la sicurezza e l’integrità del loro software se Apple fosse costretta ad aprire il suo ecosistema a fonti di terze parti non verificate.

Per i Consumatori

I consumatori potrebbero beneficiare di una maggiore scelta e prezzi più competitivi per le app e i servizi di abbonamento. Sarebbero informati su alternative più economiche al di fuori dell’App Store di Apple, consentendo loro di prendere decisioni più consapevoli.

D’altra parte, l’apertura dell’ecosistema di Apple potrebbe sollevare preoccupazioni sulla sicurezza e la privacy dei dati degli utenti. Sarebbe necessario trovare un equilibrio tra la promozione della concorrenza e il mantenimento di standard elevati di sicurezza e protezione dei consumatori.

La vendetta di Apple, i rinvii di Apple Intelligence

Ora Apple vuole issare l’opinione pubblica contro l’UE

Le indagini e le potenziali multe dell’Unione Europea stanno influenzando i piani di Apple per il lancio di nuove funzionalità. Il Digital Markets Act (DMA) sta generando incertezze normative che hanno spinto l’azienda a ritardare l’implementazione di alcune novità per gli utenti europei.

Secondo quanto riportato, tre importanti funzioni – Mirroring dell’iPhone, miglioramenti alla condivisione dello schermo di SharePlay e, soprattutto, Apple Intelligence – non saranno disponibili nell’UE entro la fine dell’anno.

Queste incertezze relative all’interpretazione e all’attuazione delle disposizioni del DMA avrebbero indotto Apple a procedere con cautela, ritardando il rilascio di funzionalità che potrebbero potenzialmente non essere conformi.

La società negherà altri servizi, come iPhone Mirroring e RCA per punire l’UE

Apple ha ufficialmente dichiarato di essere costretta a ritardare il lancio di queste novità perché sta cercando di capire come rendere le nuove funzionalità compatibili con le regole di concorrenza dell’Unione Europea.

Il portavoce Fred Sainz ha affermato:

A causa delle incertezze normative generate dal Digital Markets Act, non riteniamo di poter lanciare tre di queste funzionalità ai nostri utenti dell’UE quest’anno.

Il Mirroring dell’iPhone consente di controllare l’iPhone da un Mac collegato, mentre la condivisione dello schermo di SharePlay permette agli utenti di prendere il controllo dello schermo di un’altra persona durante l’utilizzo di SharePlay, con l’obiettivo di fornire assistenza. 

Saranno proprio queste le novità che mancheranno agli utenti di iPhone, iPad e Mac nell’Unione Europea.

Inoltre, Apple Intelligence include miglioramenti significativi a Siri, la gestione avanzata delle notifiche e la generazione di testi e riassunti. Al momento, non è chiaro quanto tempo impiegherà Apple per estendere queste funzionalità all’UE, né quali modifiche dovrà apportare per introdurle nel rispetto del DMA.

Nonostante i potenziali ritardi in Europa, Apple prevede di avviare i test beta per Apple Intelligence quest’estate per gli USA e rilasciare una beta per sviluppatori per iPhone mirroring e SharePlay screen sharing a breve, mentre la possibile data della beta pubblica di iOS 18 potrebbe essere già a luglio.

Conclusione

La controversia tra l’Unione Europea e Apple sulle pratiche dell’App Store rappresenta una sfida significativa per il modello di business consolidato dell’azienda di Cupertino. 

Secondo la decisione preliminare della Commissione Europea, le politiche di “steering” di Apple violano il Digital Markets Act (DMA), ostacolando la concorrenza e impedendo agli sviluppatori di indirizzare gli utenti verso offerte alternative più economiche.

Se ritenuta colpevole, Apple potrebbe essere multata fino al 10% del suo fatturato globale annuo, pari a circa 38 miliardi di dollari secondo i dati dell’anno scorso. La multa può aumentare fino al 20% in caso di violazioni ripetute. Questa potenziale sanzione rappresenterebbe un duro colpo finanziario per l’azienda, nonostante la sua enorme capitalizzazione di mercato.

Nonostante le preoccupazioni sollevate da Apple riguardo alla potenziale compromissione della privacy e della sicurezza dei dati degli utenti, l’UE sembra determinata a promuovere una maggiore concorrenza nel mercato digitale. L’esito di queste indagini potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del settore tecnologico e dei modelli di business consolidati.

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