Apple ha attuato oppure no una strategia di obsolescenza programmata? Questa è la grande domanda che vige al momento. Domanda che si è trasformata in una spada di Damocle sulla credibilità dell’azienda.
Sappiamo che la società ha attivato un sistema di ottimizzazione delle performance dagli iPhone 6, per evitare che i dispositivi si spegnessero durante la giornata in caso di batteria degradata. Sappiamo che gli iPhone hanno una batteria che dura 500 cicli, contro i 1.000 clicli supportati dagli altri prodotti dell’azienda.
Questo basta per condannare Apple di aver rallentato gli iPhone e convincere a comprare quelli più recenti? Al momento non lo sappiamo. Sappiamo che in Francia è stata aperta un’indagine penale per verificare possibili responsabilità.
Anche negli Stati Uniti sono partite le indagini. Oltre alle class action attivate di rito dagli studi legali, ora il senatore John Thune vuole vederci chiaro. Per farlo ha scritto una lettera a Tim Cook chiedendo espressamente se sono state applicate politiche di obsolescenza programmata.
Apple dovrà rispondere il 23 gennaio prossimo. Se dovesse rispondere di non aver applicato queste strategie e dovesse essere condannata di averlo fatto, potrebbe incontrare molte grane legali per spergiuro.