
Nel giugno dello scorso anno Apple introdusse un’interessante novità per l’audio dei brani di Apple Music: il supporto per lo Spatial Audio, il Dolby Atmos e la qualità lossless. Quest’ultima, come fu indicato subito dopo, funziona solo con le cuffie collegate al dispositivo con il cavo. Questo perché il lossless via bluetooth soffre di colli di bottiglia così importanti da non consentirne la fruizione.
In pratica Apple ha integrato una qualità audio molto elevata, ma i suoi dispositivi wireless, come le AirPods, non sono in grado di gestirla. Un’incongruenza che ha dato abbastanza nell’occhio.
Ma perché è importante il formato audio con questa qualità?
Che cos’è il formato lossless
Sin dai tempi della nascita della musica digitale, le aziende di settore si sono chieste come caricare quei pesanti file audio in un formato più compresso e, quindi, più leggero da scaricare.

Una scelta obbligatoria in un momento storico dove le connessioni erano estremamente lente e la banda di navigazione molto costosa. Per esempio nel 1988 il team dell’italiano Leonardo Chiariglione realizzò il formato MP3 (Moving Picture Expert Group-1/2 Audio Layer 3), presso il Centro Studi E Laboratori di Torino.
Da allora si sono susseguiti numerosi formati audio in grado di fornire una qualità audio migliore. Per esempio Apple ha usato per molti anni il formato AAC (Advanced Audio Coding) con il supporto fino a 48 canali audio a 96 kHz. Se un brano in MP3 pesava 10 MB, con AAC ne pesava 8 MB mantenendo una qualità audio superiore.
Il formato lossless usato da Apple si chiama ALAC (Apple Lossless Audio Codec) ed è un formato proprietario, ma distribuito con licenza open source e royalties free. La risoluzione audio va dai 16 bit a 44,1 kHz fino a 24 bit a 192 kHz.

Se prendiamo un file originale della registrazione master di un brano, che può pesare diverse centinaia di MB, la sua versione ALAC è compressa fino al 60% del peso originario, ma la qualità audio resta intatta. In pratica al momento è il formato audio più simile all’originale e, quindi, offre la migliore qualità possibile.
Il problema è che i dispositivi attuali non consentono di gestire questa banda audio così ampia senza utilizzare il cavo. Come spiega anche Apple:
Gli AirPods, gli AirPods Pro, le AirPods Max, gli AirPods (3a generazione) e le cuffie wireless Beats utilizzano il codec Bluetooth AAC di Apple per garantire una qualità audio eccellente. Tuttavia, le connessioni Bluetooth non sono prive di perdite.
Lo streaming audio lossless su una rete cellulare o Wi-Fi comporta un consumo di dati notevolmente superiore. Inoltre, il download di audio lossless utilizza molto più spazio sul dispositivo. Risoluzioni superiori usano più dati rispetto a risoluzioni inferiori.
Sebbene la differenza tra AAC e audio ALAC sia praticamente indistinguibile, offriamo agli abbonati a Apple Music la possibilità di accedere alla musica con compressione audio lossless.
Quindi in qualche modo Apple cerca di giustificarsi dichiarando che la qualità audio maggiore è disponibile, ma anche se usata in pieno, pochi si accorgerebbero della differenza rispetto alla qualità fornita dalla compressione AAC.
I chip Qualcomm S3 e S5
Qualcomm ha una soluzione per risolvere il problema: i suoi chip S3 e S5 consentono di gestire la qualità lossless con il bluetooth1.
Ci sono alcune note da indicare in merito. Qualcomm non ha reso compatibili i suoi chip per il formato ALAC di Apple, ma per il formato LDAC. Un formato sviluppato da Sony e che arriva a 24 bit e 96 kHz. Quanto basta per gestire una qualità pari ai CD musicali.
Inoltre i chip di Qualcomm richiedono il supporto di un altro chip della stessa società, chiamato Snapdragon Sound. Quindi solo i dispositivi muniti di Snapdragon Sound e dei nuovi chip S3 o S5 possono gestire il formato migliore di un catalogo in compressione LDAC.
I dispositivi di Apple non hanno il chip Snapdragon Sound e, soprattutto, non accedono a un catalogo in formato ALAC. In pratica la soluzione di Qualcomm non è compatibile con l’ecosistema Apple neanche volendo.
Il nuovo chip consente anche di ridurre la latenza del 25% arrivando a 68 ms, migliora la cancellazione attiva dei rumori di fondo (ANC) e migliora la qualità audio delle chiamate, per una voce più naturale.
Le AirPods con supporto al lossless arriveranno?
Secondo l’analista Ming-Chi Kuo, però, non c’è da disperare. Apple starebbe già al lavoro per una soluzione compatibile con il suo ecosistema.
Le prossime AirPods Pro, la seconda generazione, dovrebbe avere un codec in grado di gestire il formato lossless via bluetooth. In pratica questo tipo di supporto sarà la novità della prossima generazione di AirPods.
Per consentire il “miracolo” è molto probabile che sia necessario integrare il bluetooth 5.3. Attualmente integrano il bluetooth 5.0. La recente tecnologia permette di avere un segnale molto più stabile, maggior sicurezza e maggiore efficenza nei consumi.
Non mi meraviglierei di vedere la richiesta, da parte di Apple, di avere l’iPhone 14 con bluetooth migliorato quale requisito per godere nell’audio lossless delle prossime AirPods Pro 2, attese per settembre.
Se siete dei fissati per la qualità audio, degli audiofili, preparatevi all’acquisto di nuovi dispositivi.
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Diciamo che più che altro Apple si prende più tempo per annunciare le cose