Forse ve ne sarete accorti: è ormai iniziata la mania dei dispositivi indossabili muniti di intelligenza artificiale. La chiamo mania, perché i modelli attualmente sul mercato, come il Rabbit R1 e l’AI Pin di Humane, sembrano registrare un enorme successo.

Dispositivi in grado di fornire, sostanzialmente, chatGPT a portata di mano. In pratica di colpare gli attuali difetti degli assistenti digitali degli smartphone, come Siri, che da tempo sono affetti da scarse capacità di interazione con gli utenti.

Ma è davvero necessario acquistare un nuovo dispositivo AI quando il nostro smartphone potrebbe avere l’AI integrata? Questi dispositivi sono solo di passaggio?

Il boom dei dispositivi indossabili intelligenti

Il mercato dei dispositivi indossabili intelligenti sta vivendo una crescita significativa. Secondo le previsioni, il settore dei wearable smart per la sanità è destinato a espandersi notevolmente nei prossimi anni.

Questo mercato comprende diverse tipologie di prodotti:

  • Smartwatch
  • Tracker di attività
  • Smart clothing (abbigliamento intelligente)
  • Altri dispositivi indossabili

Le applicazioni spaziano dal monitoraggio remoto dei pazienti all’assistenza domiciliare, passando per il fitness e altre aree.

Panoramica Geografica

Regione Posizione di Mercato
Nord America Maggiore quota di mercato, grazie ai progressi nella tecnologia medica e alla crescente attenzione verso uno stile di vita sano e il fitness.
Europa Seconda area più rilevante, trainata dalla consapevolezza sugli stili di vita e la crescita delle attività sportive.
Asia Pacifico In rapida espansione, guidata dagli stessi fattori dell’Europa.

I principali attori in questo settore includono FitbitKoninklijke Philips NVWithingsMedtronicSamsungApplePolar ElectroVitalConnectXiaomi e Garmin.

In Italia, la domanda di dispositivi wearable è in rapida ascesa, trainata dall’interesse per salutefitness e connettività. Il mercato di smartwatch e smartband ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni.

Tra le tendenze emergenti spiccano:

  1. L’espansione nel settore salute e benessere
  2. L’impiego di Intelligenza Artificiale e Machine Learning
  3. La personalizzazione dell’esperienza utente
  4. Una maggiore interoperabilità tra dispositivi e piattaforme

È solo questione di tempo, quindi, per vedere l’integrazione dell’AI in questi modelli già affermati sul mercato. Il boom dei dispositivi attuali, come il Rabbit R1, sembrano coprire un vuoto di mercato lasciato dalla lentezza dei grandi brand nella previsione di questo fenomeno.

Il caso Rabbit R1 che poteva essere solo un’app ma è un dispositivo

Un dispositivo innovativo, ma con limiti

Rabbit R1 è un dispositivo alimentato dall’intelligenza artificiale che promette di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Questo gadget tascabile, dal costo di 199 dollari, mira a semplificare le nostre attività digitali quotidiane senza la necessità di utilizzare app o smartphone.

Dotato di un display touchscreen da 2,88 pollici, una fotocamera rotante a 360 gradi chiamata “Rabbit Eye” e connettività Wi-Fi e 4G LTE, Rabbit R1 si presenta come un’alternativa più accessibile all’AI Pin di Humane. Tuttavia, nonostante le sue ambizioni, il dispositivo non è privo di difetti.

Rabbit R1

Innanzitutto, le prestazioni hardware di Rabbit R1 sono paragonabili a quelle di uno smartphone Android di fascia bassa. Con un processore MediaTek Helio P35, 4 GB di RAM e 128 GB di storage, l’esperienza utente potrebbe risultare lenta e frustrante in alcuni casi.

Inoltre, la durata della batteria rappresenta un’altra sfida significativa. Secondo le recensioni, Rabbit R1 offre un’autonomia di soli 60-90 minuti di utilizzo continuo, costringendo gli utenti a ricaricare frequentemente il dispositivo.

Funzionamento e caratteristiche principali

Al cuore di Rabbit R1 c’è il sistema operativo Rabbit OS, basato su un Large Action Model (LAM) sviluppato internamente. Questo modello di intelligenza artificiale consente al dispositivo di comprendere le intenzioni dell’utente e interagire con app e servizi web per eseguire azioni complesse.

Con semplici comandi vocali, gli utenti possono chiedere a Rabbit R1 di prenotare un viaggio, suggerire ricette in base agli ingredienti presenti in frigo o riprodurre musica su Spotify. Il dispositivo non ha app installate, ma accede ai servizi tramite un portale web, eseguendo le azioni richieste per conto dell’utente.

Una caratteristica interessante di Rabbit R1 è la modalità di apprendimento, che consente agli utenti di insegnare al dispositivo nuove azioni puntando la fotocamera sullo schermo e mostrando i passaggi necessari.

Nonostante le sue potenzialità, Rabbit R1 non è esente da critiche. Alcuni utenti hanno lamentato problemi di surriscaldamento e chiusure improvvise del dispositivo durante l’utilizzo prolungato.

Inoltre di recente è stato scoperto che in realtà il Rabbit OS è una versione di Android modificata. Qualcuno, con complicati passaggi, è riuscito a effettuare il posting del sistema su Android, trasformando il Rabbit R1 in una semplice app.

Rabbit R1 vs Smartphone, quale è il migliore?

Confronto tra Rabbit R1 e Smartphone

I moderni smartphone offrono funzionalità simili a quelle di Rabbit R1, rendendo incerto se quest’ultimo possa effettivamente sostituirli. Molti dispositivi mobili, infatti, integrano assistenti vocali intelligenti in grado di eseguire azioni complesse, anche se al momento non ancora potenziati con l’intelligenza artificiale generativa.

Tuttavia, Rabbit R1 presenta alcuni vantaggi rispetto agli smartphone:

  • Interfaccia dedicata: Essendo progettato specificamente per l’interazione vocale, Rabbit R1 offre un’esperienza più fluida e intuitiva per le richieste vocali.
  • Maggiore privacy: Non essendo uno smartphone tradizionale, Rabbit R1 potrebbe sollevare meno preoccupazioni riguardo alla raccolta di dati personali in quanto non ci sono diverse app da gestire.
  • Portabilità: Il design tascabile di Rabbit R1 lo rende più comodo da trasportare rispetto a uno smartphone.

D’altra parte, gli smartphone mantengono alcuni punti di forza significativi:

  • Versatilità: Oltre alle funzioni di assistente vocale, gli smartphone offrono una vasta gamma di app e funzionalità per la produttività, l’intrattenimento e altro.
  • Connettività: La maggior parte degli smartphone supporta diverse opzioni di connettività, come Wi-FiBluetoothNFC e GPS, che li rendono più flessibili.
  • Ecosistema: Gli smartphone si integrano perfettamente con altri dispositivi e servizi dello stesso ecosistema (ad esempio, Apple o Android), offrendo un’esperienza coerente e interconnessa.

Se si desidera un dispositivo dedicato per le interazioni vocali e un maggiore controllo sulla privacy, Rabbit R1 potrebbe essere un’opzione valida. Tuttavia, per una maggiore versatilità e connettività, gli smartphone rimangono una scelta affidabile e consolidata.

La domanda principale che ci chiediamo, per esempio, è: ma vogliamo realmente portare due dispositivi elettronici con noi? Il successo degli smartphone sta proprio nella capacità di fornire dispositivi diversi tra di loro, come un block notes o una fotocamera digitale, a portata di mano.

È chiaro che l’esigenza è avere una fotocamera e una AI in grado di interagire con il mondo circostante e fornire risposte non pre-impostate (come Siri in pratica). Cose che in realtà volendo, uno smartphone potrebbe fare tranquillamente e con maggiore efficacia di un Rabbit R1.

Il caso AI Pin di Humane

L’AI Pin di Humane: Un’Idea Ambiziosa ma Immatura

L’AI Pin di Humane è un dispositivo indossabile da 700 dollari, con un abbonamento di 24 dollari al mese, progettato per rispondere ai comandi vocali, vedere il mondo circostante e svolgere varie attività. Nonostante le promesse ambiziose, le recensioni di questo gadget high-tech sono state tutt’altro che entusiastiche.

Secondo la recensione di The Verge, che ha assegnato un punteggio di 4/10 all’AI Pin, il dispositivo “non funziona la metà delle volte” e quando funziona è “estremamente lento“. MKBHD, un popolare youtuber, ha definito l’AI Pin “il peggior prodotto che abbia mai provato“, sconsigliandone apertamente l’acquisto in quanto non è ancora pronto a svolgere le funzioni promesse.

Altri recensori, come Dave2D, hanno espresso forti dubbi su entrambi i dispositivi (AI Pin e Rabbit R1), definendoli “borderline fraudolenti” e affermando che non fanno nulla di più di ciò che uno smartphone può già fare.

Il problema principale sembra essere che il software di intelligenza artificiale che alimenta questi dispositivi non è in grado di svolgere i compiti promessi, poiché manca dell’accesso ai dati dell’utente che sono tipicamente memorizzati sugli smartphone.

Le Promesse dell’AI Pin

L’AI Pin di Humane è un nuovo dispositivo indossabile che integra la tecnologia dell’intelligenza artificiale e mira a sostituire lo smartphone. Annunciato a novembre 2023, il lancio ha subito alcuni ritardi, con l’azienda che ha offerto 3 mesi di abbonamento gratuito ai primi acquirenti come scusa.

Il dispositivo costa 699 dollari una tantum, più una quota di abbonamento di 24 dollari al mese (tasse e spese escluse). Le prime recensioni internazionali dell’AI Pin di Humane sono state piuttosto deludenti, con i recensori che lo descrivono come una soluzione “immatura” e “a malapena intelligente” che non mantiene le promesse.

Problemi Evidenziati dalle Recensioni

Tra i principali problemi citati ci sono:

  • Funzionalità limitate
  • Prestazioni lente
  • Risposte imprecise dall’assistente AI
  • Esperienza utente frustrante
  • Scarsa visibilità all’aperto
  • Problemi di surriscaldamento

Complessivamente, le recensioni suggeriscono che l’AI Pin di Humane non è ancora pronto per sostituire uno smartphone, e i recensori consigliano di attendere le future iterazioni del prodotto.

Un’Idea Interessante ma Incompleta

Nonostante le critiche negative, l’AI Pin di Humane rimane un’idea interessante che mira a integrare le capacità dell’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, come sottolineato da David Pierce del Wall Street Journal, si tratta di “un’idea interessante che è completamente incompiuta e totalmente difettosa in modi inaccettabili“.

Engadget ha messo in dubbio l’effettiva utilità del dispositivo, descrivendolo come “la soluzione a nessuno dei problemi della tecnologia“.

Sebbene l’AI Pin presenti alcune caratteristiche uniche, come un design squadrato e una tecnologia alimentata dall’AI che proietta informazioni sul palmo della mano dell’utente, sembra che il prodotto abbia ancora molta strada da fare prima di essere considerato una valida alternativa allo smartphone.

Ma il nostro smartphone non potrebbe essere sia Rabbit R1 che Ai Pin?

L’intelligenza artificiale sui dispositivi mobili

dispositivi AI come Rabbit R1 e AI Pin hanno sollevato interrogativi sull’effettiva necessità di acquistare gadget dedicati quando gli smartphone moderni integrano già assistenti vocali e funzionalità di intelligenza artificiale.

Sebbene questi nuovi prodotti promettano un’esperienza più immersiva e specializzata, è lecito chiedersi se rappresentino davvero un valore aggiunto rispetto alle capacità AI già presenti sui nostri telefoni.

L’ecosistema degli smartphone

Gli smartphone offrono un ecosistema integrato che sfrutta appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Assistenti come SiriGoogle Assistant e Alexa consentono di eseguire comandi vocali, impostare promemoria, controllare dispositivi smart home e molto altro.

Inoltre, le app di produttività sfruttano l’AI per migliorare l’esperienza utente, offrendo funzioni come la dettatura vocale, il riconoscimento di immagini e la traduzione automatica.

Vantaggi degli smartphone

Rispetto ai dispositivi AI dedicati, gli smartphone presentano alcuni vantaggi significativi:

  1. Accesso ai dati personali: Gli smartphone hanno accesso a calendaricontattifoto e altre informazioni personali che consentono agli assistenti AI di fornire risposte contestualizzate e personalizzate.
  2. Ecosistema di app: Le app di terze parti possono integrare funzionalità di intelligenza artificiale negli smartphone, ampliando le possibilità e le esperienze offerte.
  3. Aggiornamenti software: Gli aggiornamenti del sistema operativo e delle app consentono di migliorare costantemente le capacità AI degli smartphone, senza la necessità di acquistare nuovi dispositivi.
  4. Connettività avanzata: Gli smartphone supportano una vasta gamma di opzioni di connettività, come Wi-FiBluetoothNFC e GPS, che consentono una maggiore flessibilità nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Aspettando la mossa di Apple alla WWDC 2024

Dopo l’evento di maggio, il prossimo grande appuntamento sarà la WWDC 2024, in programma dal 10 al 14 giugno presso l’Apple Park di Cupertino.

Questo evento annuale, dedicato agli sviluppatori, si concentrerà sugli aggiornamenti software e su iOS 18, con un forte focus sull’Intelligenza Artificiale (AI).

Le Novità di iOS 18

iOS 18 è considerato uno degli aggiornamenti più importanti e attesi nella storia di Apple, con la promessa di una profonda integrazione dell’AI generativa:

  • Una versione rinnovata di Siri, ottimizzata per l’AI
  • La possibilità di rispondere automaticamente ai messaggi e completare frasi nell’app Messaggi
  • L’AI integrata in varie app di sistema come Apple Music, Keynote e Pages
  • La generazione automatica di playlist su Apple Music sfruttando l’AI
  • Miglioramenti nell’usabilità delle app di produttività.

Insomma, l’Intelligenza Artificiale sarà al centro della nuova esperienza iOS 18.

In conclusione

L’intelligenza artificiale sta penetrando sempre più nella nostra vita quotidiana, portando con sé nuove opportunità e sfide. Sebbene dispositivi come Rabbit R1 e AI Pin promettano di semplificare le interazioni con la tecnologia, il loro valore aggiunto rispetto agli smartphone moderni sembra ancora limitato.

Gli ecosistemi integrati offerti dai principali produttori di telefoni cellulari appaiono più maturi e affidabili nell’integrare l’AI nelle nostre routine digitali.

Tuttavia, non possiamo ignorare le innovazioni in corso. Apple, con il suo focus su iOS 18 e l’integrazione dell’AI generativa, potrebbe ridefinire il modo in cui interagiamo con i nostri dispositivi mobili. 

Resta da vedere se queste nuove soluzioni renderanno davvero obsoleti gli smartphone o se, al contrario, li arricchiranno di nuove funzionalità. In ogni caso, l’esperienza utente, l’usabilità e l’accessibilità dovranno rimanere le priorità per garantire un’adozione diffusa di queste tecnologie rivoluzionarie.

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