
Il mondo della sicurezza informatica si sta confrontando con una nuova minaccia: il malware Paragon Graphite. Dopo lo scandalo legato allo spyware Pegasus, sviluppato dalla società israeliana NSO Group, sembrerebbe che la Drug Enforcement and Administration Agency (DEA) degli Stati Uniti stia utilizzando un software spia simile per combattere il traffico di droga e monitorare le comunicazioni di persone sospette.
Ma cosa significa tutto questo per la privacy e la sicurezza dei nostri dispositivi elettronici, in particolare degli iPhone?
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Il caso Pegasus: cos’è successo?
Pegasus è uno spyware che è stato al centro di numerosi scandali negli ultimi anni. Questo software spia, sviluppato dall’azienda israeliana NSO Group, è stato utilizzato da governi e organizzazioni criminali per spiare giornalisti, attivisti, avvocati e altre persone ritenute “pericolose” o “scomode”. Pegasus è in grado di infettare sia dispositivi iOS che Android, consentendo a chi lo utilizza di leggere messaggi, accedere al registro delle chiamate, visualizzare foto, attivare il microfono e molto altro.
Nel 2021, il governo degli Stati Uniti ha dichiarato Pegasus una minaccia alla sicurezza nazionale e ne ha vietato l’uso all’interno del paese. Probabilmente visto che c’erano stati molti casi eccellenti, dal miliardario Jeff Bezos fino al terribile omicidio del giornalista Jamal Khashoggi in Arabia Saudita.
Nonostante il ban, però, sembra proprio che l’amministrazione americana abbia trovato un altro strumento con meno visibilità. Almeno al momento. La DEA starebbe utilizzando un malware simile, chiamato Paragon Graphite, per monitorare le comunicazioni di persone sospettate di essere coinvolte nel traffico di droga.
Paragon Graphite: cos’è e come funziona?
Paragon Graphite è un software spia che, secondo alcune fonti, avrebbe capacità simili a quelle di Pegasus. Entrambi i malware sono in grado di sfruttare vulnerabilità zero-day (cioè sconosciute ai produttori dei dispositivi) per infettare gli smartphone e accedere a dati e informazioni personali.
Si ritiene che la DEA stia utilizzando Paragon Graphite per combattere i cartelli della droga in Messico, sebbene l’agenzia non abbia confermato direttamente queste informazioni. In ogni caso, l’utilizzo di uno spyware simile a Pegasus solleva numerose preoccupazioni in termini di privacy e sicurezza dei dati degli utenti.
Apple e la sicurezza dei dispositivi iOS: cosa farà l’azienda per proteggere gli utenti?
Apple ha sempre promesso di proteggere i dati e la privacy dei suoi utenti, ma l’emergere di malware come Pegasus e Paragon Graphite mette in discussione la sicurezza dei dispositivi iOS. Non sappiamo ancora quali iPhone siano vulnerabili a queste minacce, ma è chiaro che l’azienda dovrà affrontare seriamente la questione e trovare soluzioni efficaci per proteggere i suoi clienti.
Per il caso Pegasus, per esempio, la società colmò quelle falle, inoltre integrò una serie di sistemi di sicurezza aggiuntivi, come la protezione avanzata dei dati di iCloud o l’avviso in iMessage, al momento solo in iOS 16.6, nel caso in cui fosse rilevato un accesso insolito nel dispositivo dell’utente con il quale si sta messaggiando.
È probabile che Apple rafforzi ulteriormente le misure di sicurezza dei suoi dispositivi e sistemi operativi, come ha già fatto in passato. È fondamentale che l’azienda continui a lavorare instancabilmente per contrastare queste minacce e garantire la sicurezza e la privacy dei suoi utenti.
In conclusione
Il caso Pegasus ha messo in luce la vulnerabilità dei dispositivi elettronici, compresi gli iPhone, di fronte a spyware sofisticati e potenzialmente pericolosi.
Ora, con l’emergere del malware Paragon Graphite, sembra che la DEA statunitense stia utilizzando un software simile per combattere il traffico di droga e monitorare le comunicazioni di persone sospette. Apple dovrà affrontare seriamente la questione e trovare soluzioni efficaci per proteggere i suoi clienti.
