A quanto pare a Huawei non è piaciuto il ban di Android sui loro telefoni. Anche se poi il blocco dell’implementazione del sistema operativo di Google è stato poi eliminato, l’azienda cinese non vuole rischiare di finire nello stesso limbo per una seconda volta.
Per questo motivo, forte dei 58,7 milioni di smartphone venduti solo negli ultimi tre mesi, il che la rende la seconda azienda di produzione di smartphone al mondo, Huawei decide di diventare il terzo polo per i sistemi operativi mobile creando HarmonyOS.
Questo significa che quando HarmonyOS diventerĂ la base di tutti gli smartphone di Huawei, Android non sarĂ piĂą disponibile e supportato. Chi vorrĂ usare il telefono cinese dovrĂ abituarsi al nuovo sistema e ri-acquistare le app preferite nel nuovo negozio di applicazioni cinese.
Annunciato alla Huawei Developer Conference in Cina, era conosciuto in precedenza con il nome in codice HongmengOS. La società ha poi deciso di usare un nome meno asiatico per non spaventare le vendite in Occidente. Alla base c’è un micro-kernel open source, un po’ come Android, ma personalizzato in base al dispositivo che lo ospiterà .
La società , infatti, sogna di farlo installare in smartphone, tablet, computer, speaker intelligenti, smartwatch e molto altro. Un po’ come Android. Creando un ecosistema molto ampio e variegato.
La prima versione di HarmonyOS dovrebbe essere disponibile in Cina per la fine dell’anno. Il primo dispositivo ad usarlo non sarà uno smartphone ma un televisore. La copertura ad ampio raggio è prevista entro i prossimi 3 anni.
Ma la domanda che ci poniamo è se Huawei riuscirà a convincere che avere hardware cinese e software cinese in uno smartphone sia saggio per la privacy? Considerando la guerra informatica tra Cina e USA, viene il sospetto che una qualche via preferenziale, come una backdoor governativa, sia installata di base, per “questioni di sicurezza” come la chiamano le autorità .
Voi vi fidereste ad usare un ecosistema del genere? Io di sicuro no. Preferisco usare iOS considerando che per difenderne l’integrità Apple si è schierata anche contro l’FBI.