Stanno per arrivare grosse novità in Apple. Da qui al 2024, potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione in riguardo alcune soluzioni che la società protegge, al momento, nel suo ecosistema.
È l’Europa che ce lo chiede, potremmo dire. Dopo gli sforzi per obbligare tutti i produttori di smartphone a integrare la porta USB-C1Vale a dire essenzialmente Apple, visto che era rimasta l’unica azienda a non aver ancora integrato questa porta negli iPhone. Cosa che dovrà avvenire nel termine massimo del 28 dicembre 2024, ora l’Unione Europea richiede maggiore apertura negli ecosistemi.
In fondo il Digital Markets Act parla chiaro. La riforma delle Big Tech richiede meno monopoli e più interoperabilità. Tra le novità introdotte da questa legge europea c’è la possibilità di supportare negozi di terzi per le app, aprire il chip NFC, consentire i pagamenti di terzi nei negozi di app e molto altro.
E Apple che fa? Inizialmente prende tempo, ma poi si adegua. È la legge bellezza, diremmo parafrasando un detto attribuito al mondo degli affari. Secondo Bloomberg, infatti, Cupertino sta già lavorando per cedere. Per aprirsi, ma probabilmente solo in Europa. Pare che l’azienda abbia deciso di lasciare tutto com’è nei paesi dove non è obbligata ad adeguarsi. In pratica tenterà di continuare a proteggere i suoi affari dove può.
L’apertura a iOS di negozi alternativi all’App Store
Ma quali sono queste rivoluzioni che potremmo vedere nel corso del 2023 e 2024? La prima è l’apertura ai negozi di app di terzi. La società potrebbe consentire di far installare app anche se non direttamente dall’App Store. Soluzione a cui mi sono sempre opposto e continuo a non guardare con benevolenza.
Avere un negozio unico offre molti vantaggi: essere sicuri di non incappare in malware, non andare alla caccia al tesoro delle app nei vari negozi, sapere che le app funzionano bene2Visto che Apple controlla ogni singola app prima di approvarla nell’App Store., poter chiedere rimborsi in caso di problemi e così via.
Aprire a negozi di terzi serve solo ad alcuni sviluppatori, per sfuggire ai controlli di Apple e non pagare la commissione sulle vendite. Per gli utenti ci sono pochissimi vantaggi.
L’uso di sistemi di pagamento alternativi a In App
Il secondo punto è uno per il quale si ragiona da tempo: l’uso di sistemi di pagamenti di terzi. Se questa soluzione è già valida nel Google Play Store, Apple difende con i denti il sistema In App per poter tracciare le transazioni e applicare la commissione del 30%.
Consentire agli sviluppatori di integrare soluzioni come Apple Pay, PayPal, Satispay, il bonifico istantaneo e altre forme del genere, permetterà a ognuno di poter pagare come meglio crede. In pratica questa soluzione è un vantaggio per gli utenti.
Apertura chip NFC
Altra apertura dovrebbe essere il chip NFC. Anche questi soggetto a un’indagine dell’Unione Europea. La società offre un accesso molto limitato al chip. Per esempio Google non può integrare il suo utilizzo nell’app Google Pay e così neanche le altre aziende.
La società dovrebbe cambiare l’architettura in modo da consentire l’apertura del chip e l’utilizzo in vari ambiti, offrendo la possibilità agli sviluppatori di utilizzare l’NFC nelle loro app per dematerializzare card e aggiungere servizi. In altre parole anche questa soluzione è un vantaggio per gli utenti.
Per esempio potrebbe essere usato per rendere virtuale la tessera della metro, della palestra o il badge del lavoro.
Aprire Find My a terzi
Anche se iMessage non è dentro questa rivoluzione di aperture, per esempio con l’integrazione del protocollo RCS, dovrebbe rientrare il sistema Find My, visto con il lancio degli AirTag.
L’obiettivo è consentire di poter tracciare non solo i sensori e accessori di Apple, ma anche i bottoni intelligenti di terzi. In questo modo ci sarà maggiore concorrenza e gli utenti potranno scegliere l’accessorio più economico, usufruendo ugualmente del sistema di tracciamento sicuro di Apple.
Cosa rischia Apple
Le modifiche dovrebbero essere applicate entro il 2024, pena una multa potenziale del 20% del fatturato globale di Apple. Considerando che nel 2022 questi è stato di 400 miliardi di $, l’azienda rischia ben 80 miliardi di $ di multa. Se paragoniamo tutto questo al giro d’affari annuale europeo, vale a dire 95 mld di $, comprendiamo quanto una multa del genere possa creare un danno enorme.
Da qui la decisione di adeguarsi ed evitare problemi. Anche se è presto per cantare vittoria. La società potrebbe creare dei dark pattern, cioè rendere difficile l’esperienza utente di proposito, per spingere l’utente a usare i suoi sistemi e non quelli di terzi.
Creando dei colli di bottiglia, come ha fatto con il servizio Self Repair 3Dove riparare da soli i dispositivi di Apple costa più della riparazione presso i centri autorizzati e gli Apple Store, potrebbe esasperare gli utenti in passaggi multipli e noiosi, fino a portarli a usare i suoi sistemi.
In questo modo avrebbe assolto dai suoi obblighi nei confronti dell’Unione Europea, ma anche salvaguardando il salvaguardabile dei suoi affari. Resta solo una grande incognita: e l’utente che fine farà in tutto questo?
Ricapitolando
Apple sta lavorando per adeguarsi alla legge europea Digital Markets Act che richiede meno monopoli e più interoperabilità. Tra le decisioni prese dall’azienda c’è l’apertura ai negozi di app di terzi, l’uso di sistemi di pagamenti di terzi e l’apertura del chip NFC. Tutte queste misure, che saranno attive nel 2024, permetteranno agli utenti di avere più opzioni nella gestione delle loro app, dei sistemi di pagamento e dell’uso del chip NFC.
Riferimenti:
- 1Vale a dire essenzialmente Apple, visto che era rimasta l’unica azienda a non aver ancora integrato questa porta negli iPhone. Cosa che dovrà avvenire nel termine massimo del 28 dicembre 2024
- 2Visto che Apple controlla ogni singola app prima di approvarla nell’App Store.
- 3Dove riparare da soli i dispositivi di Apple costa più della riparazione presso i centri autorizzati e gli Apple Store